Vai al catalogo

 

Dopo le grandi esposizioni pubbliche dedicate ad Alberto Martini tra gli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso, la mostra in galleria rappresenta la prima occasione di poter vedere nuovamente riunito un corpus significativo di disegni a penna di china degli esordi e della prima maturità del grande artista trevigiano, protagonista del Simbolismo europeo e poi tra i riconosciuti ispiratori del Surrealismo. Proprio gli esiti tecnici ineguagliabili raggiunti in quella fase assicurarono a Martini un’immediata fama europea, sollecitata dal grande critico Vittorio Pica, presente in mostra grazie al celebre ritratto a penna realizzato dall’artista nel 1912.

Alcuni dei fogli presentati testimoniano l’evoluzione dello stile martiniano a partire dalle premesse della grafica europea contemporanea e dai riferimenti dureriani. Si tratta di illustrazioni per il Morgante Maggiore di Luigi Pulci (1895), la Secchia Rapita di Alessandro Tassoni, o ancora i disegni per La corte dei miracoli (esposti alla Biennale di Venezia del 1897) e per il Poema del lavoro (esposti a Torino nel 1898 e poi a ancora a Venezia, Londra, Monaco di Baviera e Berlino).

Il nucleo più ragguardevole e consistente della mostra riguarda le illustrazioni per i Tales di Edgar Allan Poe. Si tratta di 11 disegni eseguiti tra il 1906 e il 1908 tra i più celebri di Martini, riprodotti ovunque nella bibliografia martiniana e ora ritrovati negli originali. I disegni del ciclo di Poe, esposti a Bruxelles e Londra accompagnati da un vasto successo di critica (a Londra Martini fu paragonato a William Blake), rappresentano il più significativo contributo dell’artista all’illustrazione letteraria europea di matrice simbolista, dove un’immaginazione visionaria si lega con il gusto per il simbolo arcano, il macabro, l’ironia grottesca. Non a caso, grazie alla regia delle luci, dei diversi piani e dei dettagli, illustrazioni come queste sono state considerate tra le fonti visive del cinema moderno, nella mostra del 2000 Hitchcock et l’art: coïncidences fatales, Parigi, Centre Pompidou.

A testimoniare invece la fase successiva dell’opera di Martini, ispiratrice di suggestioni misteriche e surrealiste, vi sono le straordinarie litografie del ciclo Misteri del 1914, autoritratti e il ritratto della marchesa Casati.

Un bronzo del grande scultore simbolista Adolfo Wildt è in dialogo con le illustrazioni di Poe, mentre uno straordinario ritratto di D’Annunzio di Paul Troubetzkoy, l’unica versione in bronzo oggi nota, accompagna il ritratto originale eseguito da Martini per l’ex libris dell’opera omnia del poeta.

La mostra è accompagnata dal catalogo a stampa, curato da Alessandro Botta, studioso specialista dell’artista che ha già pubblicato un volume dedicato alle illustrazioni di Martini per i racconti di Poe.

Un’esposizione congiunta è dedicata all’artista nelle stesse date dalla Galleria W. Apolloni, Via Margutta 53b, Roma: Alberto Martini. Maschere e Ombre, a cura di Monica Cardarelli.

Orari della mostra

dal lunedì al venerdì 11.30 – 15; 16 – 19 – Sabato per appuntamento

E’ gradita la prenotazione

Alberto Martini – Ritratto di Vittorio Pica

Alberto Martini – Petite discussion avec une momie

Alberto Martini – Le spine sante