Troubetzkoy: autoritratto

Troubetzkoy: autoritrattoPaolo Troubetzkoy

Intra 1866- Suna 1937

Gabriele D’Annunzio

1911

Bronzo a cera persa a patina scura, 43 x 31 x 32 cm

Firmato e datato sulla base: “Paul Troub[…] 1911”; timbro di fonderia: “C. Valsuani Cire Perdue”

Provenienza: Italia, collezione privata

La lunga amicizia tra D’Annunzio e Troubetzkoy, testimoniata dalle occasioni degli incontri, dai carteggi e da una dedica poetica del Vate allo scultore, è scandita da due ritratti.

Nel busto giovanile, il già affermato scrittore era stato ritratto a Napoli nel 1892, quando Troubetzkoy concorreva al monumento a Garibaldi. D’Annunzio aveva elogiato sul “Mattino” proprio il suo bozzetto come “il migliore tra tutti” quelli presentati, grazie al convergere degli “effetti” e al dominio dei “caratteri”, senza nulla di esornativo, nella sublime testa dell’eroe, attraverso la semplicità della forma piramidale. (D’Annunzio 2003). Il ritratto, eseguito all’aria aperta “sopra una terrazza di Mergellina” per la contessa Marine de Béarn (Gardone Riviera, Fondazione “Il Vittoriale degli Italiani”, cfr. Paola Pizzamano, in Gli scultori di D’Annunzio 2015, pp. 200-203), interpretava pienamente, nella rapida e frastagliata modellazione, la cattura dell’effimero luministico e spaziale di cui aveva dato prova la Scapigliatura lombarda, a fondamento della riflessione formale non solo di Troubetzkoy, ma anche di Medardo Rosso.

Il ritratto del poeta sedente a figura intera fu eseguito più tardi a Parigi, dove entrambi i protagonisti si erano trasferiti e dove D’Annunzio nel 1911 metteva in scena il suo dramma Le Martyre de Saint Sébastien, con la musica di Claude Debussy, la scenografia di Léon Bakst e Ida Rubistein come protagonista, al quale doveva assistere anche lo scultore, come sappiamo da una sua lettera conservata nell’archivio del poeta.

Proprio quell’anno D’annunzio posava per l’amico nel celebre studio di Neuilly-sur-Seine, dove Troubetzkoy, principe e scultore ormai di vasta fama, dalla Russia alle americhe, riceveva l’alta società cosmopolita. Del poeta lo scultore sottolineava ora il tratto dell’eleganza e l’attitudine meditativa. E nel formato ridotto del ritratto, lo stile bozzettistico della Scapigliatura sapeva ormai confondersi con gli esiti degli impressionismi internazionali e dialogare con l’imprescindibile paradigma rodiniano, nell’emergere della figura dall’informe fenomenico dell’ambientazione.

Il D’Annunzio modellato allora, come “macchietta seduto in poltrona” – secondo il termine della tradizione artistica usato dal figlio dello scultore Luigi (Troubetzkoy s.d., p. 27) -, era paragonabile all’efficacia virtuosistica e mondana dei ritratti boldiniani. Un visitatore della Secessione romana del 1913 sapeva cogliere con finezza questo carattere di eleganza: “la statuetta a figura intera in bronzo, oggi esposta a Roma, opera elegante in cui è raffigurato con grazia l’uomo di mondo piuttosto che l’indefesso ‘operaio della parola’ (“L’Illustrazione Italiana”, n. 16, aprile 1913, p. 386).

Il modello originale in gesso di questo ritratto è conservato presso la Gipsoteca Troubetzkoy nel Museo del Paesaggio di Verbania Pallanza (cfr. Piergiovanni Castagnoli, in Paolo Troubetzkoy 1988, pp. 102-105; Stefania Frezzotti, in Paolo Troubetzkoy 1990, cat. 154, p. 199; Anne Pingeot, in Italie 1880-1910 2000, cat. 39, p. 154). Nel 1952 una versione in bronzo dell’opera, appartenente al geometra Gagliardi, veniva esposta a Pallanza. A partire da quella data, l’esemplare che qui si presenta è il primo a essere reso noto agli studi, realizzato a cera persa dalla celebre fonderia parigina di Claude Valsuani. Non sappiamo se l’artista avesse originariamente realizzato più esemplari in bronzo o questo solo. In ogni caso l’opera ebbe un’immediata e vasta fortuna espositiva, venendo esposta nella versione in bronzo a Buffalo nel 1911, a Toledo nell’Ohio e al Salon di Parigi l’anno seguente, alla Permanente di Milano e alla Secessione romana nel 1813 e ancora, tra le altre numerose occasioni, alla Biennale di Venezia del 1922.

Stefano Grandesso

Bibliografia

Paolo Troubetzkoy 1988

Paolo Troubetzkoy scultore. Verbania, 1866-1938, Intra 1988

 

Paolo Troubetzkoy 1990

Paolo Troubetzkoy 1866-1938, catalogo della mostra, Verbania Pallanza, Museo del Paesaggio, Palazzo Viani Dugnani, a cura di Gianna Piantoni e Paolo Venturoli, Torino 1990.

Italie 1880-1910 2000

Italie 1880-1910. Arte alla prova della modernità, catalogo della mostra, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna; Parigi, Musée d’Orsay, a cura di Gianna Piantoni e Anne Pingeot, Torino 2000.

Troubetzkoy s.d.

Luigi Troubetzkoy, P. Troubetzkoy nel Museo di Pallanza, Milano s.d.

D’Annunzio 2003

Gabriele D’Annunzio, Per il monumento al Generale Garibaldi, in “Il Mattino”, 12-13 luglio 1892, ora in Gabriele D’Annunzio, Scritti giornalistici 1889-1938, vol. II, a cura e con una introduzione di Annamaria Andreoli, testi raccolti da Giorgio Zanetti, Milano 2003, pp. 40-41

Gli scultori di D’Annunzio 2015

Gli scultori di D’Annunzio. Anima e materia, catalogo della mostra, Gardone Riviera, Fondazione “Il Vittoriale degli Italiani”, a cura di Vittorio Sgarbi e Alfonso Panzetta, Cinisello Balsamo 2015.

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