Mirko: Leoncillo

Mirko: LeoncilloMirko (Basaldella)

(Udine 1910-Cambridge, Mass. 1969)

Ritratto di Leoncillo 

1953/54 

Ferroaltezza cm 51,5 × 24,5 × 18 (con la base cm 67) 

Etichetta di esposizione sul retro: “33” 

Provenienza: Roma, collezione privata; Romacollezione Ovidio Jacorossi; Romacollezione privata 

Bibliografia: Barbara Tiberi, in Dal Simbolismo all’Astrazione. Il primo Novecento a Roma nella collezione Jacorossi, a cura di Enrico Crispolti, Roma 2017, pp. 140-141. Opera archiviata presso l’Archivio Cagli-Mirko, Roma, n. 00007, alla data del 26 October 2017. 

L’opera appartiene al ciclo, intensissimo, di sculture realizzate da Mirko tra il 1953 e il 1958 ed esposte in molte rassegne significative, dalla Biennale di Venezia del ‘54 alla collettiva The New Decade ospitata al Museum of Modern Art di New York. Probabilmente tra le prime del ciclo, essa raffigura l’amico, anch’egli scultore, Leoncillo Leonardi conosciuto, tramite la comune amicizia con Corrado Cagli, nella metà degli anni ‘30 a Roma. Si tratta di un ritratto immaginifico e mistico ricavato dal ritaglio, estroflessione e inflessione di una lastra di ferro (in altri casi utilizzò rame e ottone), un ritratto “strutturale” dove alla classica modellazione della materia si sostituisce la dilatazione di essa su diversi livelli spaziali per convogliare lo spazio stesso nella forma. In questo ritratto riecheggiano ancora concetti dell’artista formulati nel 1955:
“Il linguaggio plastico può avere analogo significato e funzione nella società. Come le parole, le forme acquistano un loro significato, nato dal particolare sentimento che evocano, vengono organizzate in schemi e sistemi, potenziate nella loro possibilità emotiva. Il pensiero non è più formato dalle parole perché gli elementi che lo determinano sono linee, piani; conflitti di forme, accordi aspri e dolci, sensi di fughe, di precipitazioni e di pacificazioni. Il pieno e il vuoto diventano motivo dominante come il bene e il male, il bianco e il nero, il conscio e l’inconscio. Il linguaggio plastico, come qualsiasi pensiero espresso, ha una sua logica coordinata tutta particolare con radici umane profonde, trasmette idee, evoca sentimenti, racconta la vita delle cose e degli uomini. Ma l’artista, oggi, non si limita nel narrare la vita del mondo circostante alla percezione visiva, bensì vuole conoscere le leggi e le ragioni che governano e determinano quelle apparenze. Anche la cognizione delle attuali conquiste scientifiche dà un particolare carattere alla poetica moderna illuminando mondi sconosciuti, aprendo il campo a nuove indagini. Le varie correnti odierne artistiche e il loro carattere di modernità appartengono alla teoria e alla specializzazione. Il lato poetico è altra cosa, legato a motivi più profondi e remoti, mossi da impulsi dell’essere primordiale inconscio.”
Giuseppe Briguglio

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