Proveniente da una famiglia di artisti, lo scultore Mirko Basaldella nasce a Udine il 28 settembre 1910 e si forma al Liceo Artistico e all’Accademia di Belle Arti di Venezia. La sua prima esperienza espositiva vede il Nostro appena diciottenne partecipare con i fratelli Afro e Dino alla I Mostra della Scuola Friulana d’Avanguardia, dove presenta sculture in bronzo in un linguaggio già maturo influenzato da Arturo Martini. A partire dal 1930 l’artista frequenta l’Accademia di Belle Arti di Firenze, per poi concludere il proprio percorso formativo presso l’ISIA di Monza dove segue le lezioni di Arturo Martini, che gli trasmette l’interesse per le forme plastiche arcaiche.

Nel 1934 lo scultore si trasferisce a Roma dove conosce il pittore Corrado Cagli, con il quale stringe una profonda amicizia, e partecipa del clima di un ritorno alla cultura classica caratteristico della “Scuola romana”, interessandosi alla mitologia. Dopo aver partecipato alla II Quadriennale di Roma del 1935, grazie a Cagli lo scultore entra all’interno del circuito espositivo della galleria La Cometa, che nel 1936 gli allestisce la prima personale nella quale espone sculture come Ragazzo con pesce (bronzo, 1935, Roma, collezione privata). L’anno seguente l’artista è presente alla Biennale veneziana e si reca a Parigi per visitare l’Esposizione Universale, mentre nel 1939 espone con il fratello Afro alla Galleria Cairola di Genova e alla III Quadriennale, dove il David (bronzo, 1937, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna), che riscuote un certo successo, certifica una prima virata in direzione di una maggiore eleganza formale.

Durante gli anni ’40 la fervida spinta creatrice dello scultore subisce un raffreddamento virando verso una dialettica più composta e meditata, con richiami quattrocenteschi alla scultura di Donatello – apprezzabile nei bassorilievi eseguiti in stiacciato – e a quella di Michelangelo, come si può apprezzare nel Prigione (bronzo, 1941-1942, Roma, collezione privata).

Tra il 1952 e il 1953 l’artista compie un viaggio in Siria e Giordania e partecipa con una sala personale alla Biennale di Venezia dell’anno seguente, dove presenta cinque dipinti e nove sculture di gusto orientaleggiante, improntate su nuove riflessioni sul mito.

Nel 1957 lo scultore si stabilisce negli Stati Uniti, a Cambridge, come direttore del Design Workshop della Harvard University, dove muore il 24 novembre del 1969.

Artista dall’eclettica prassi sperimentale che gli consentì di padroneggiare linguaggi anche molto distanti – come l’assemblaggio e la modellazione della foglia metallica, il legno e lo styrofoam – Mirko riuscì ad attingere a varie correnti, tra cui il Surrealismo, il Cubismo e il Dadaismo, per creare un mondo fantastico fatto di immagini primordiali e aniconiche rappresentazioni.

La sua sintassi, tipica della produzione meno figurativa, fatta di intrecci e linee spezzate, è L’iniziato (ottone, 1955, Venezia, Collezione Peggy Guggenheim).

La scultura dal titolo Portatore di fiaccola (bronzo, 1960, Palazzo Ricci) è invece esemplificativa dell’ultima fase della carriera di Mirko, in cui venne imponendosi una maggiore libertà immaginativa dell’artista attraverso forme totemiche che si oggettivizzano in una materia corrosa e sofferente.

Mirko: Leoncillo

Mirko (Basaldella) – Ritratto di Leoncillo 

Mirko (Basaldella) (Udine 1910-Cambridge, Mass. 1969) Ritratto di Leoncillo  1953/54  Ferro, altezza cm 51,5 × 24,5 × 18 (h con la base cm 67)  Etichetta di esposizione sul retro: “33”  Provenienza: Roma, collezione privata; Roma, collezione Ovidio Jacorossi; Roma, collezione privata  Bibliografia: Barbara Tiberi, in Dal Simbolismo all’Astrazione. Il primo Novecento a Roma nella collezione Jacorossi, a cura di Enrico Crispolti, Roma 2017, pp. 140-141. Opera archiviata presso l’Archivio Cagli-Mirko, Roma, n.…