Melli: operaio

Melli: operaioROBERTO MELLI

(Ferrara 1885 – Roma 1958)

L’operaio

1940

Olio su tela, cm 70 x 60

Provenienza: Roma, collezione Luisa e Giuseppe Natale; Roma, collezione Pasquale Natale

Bibliografia: Roberto Melli, catalogo della mostra, Ferrara, Galleria Civica d’Arte Moderna Palazzo dei Diamanti, testo di Rossana Bossaglia, Ferrara 1975, cat. 63; Roberto Melli, presentazione di Antonio Del Guercio, con uno scritto di Laura Riccio, Torino 1989, cat. 14.

Pittore, scultore, incisore e critico, Roberto Melli è una delle personalità più complesse e poliedriche della prima metà del Novecento italiano, tuttora non adeguatamente riconosciuta da un pubblico più vasto.

Nativo di Ferrara, si trasferisce ben presto a Roma, per stabilirvisi definitivamente e diventarne uno dei punti di riferimento della vita culturale che, in particolare tra il terzo e il quarto decennio del secolo, rappresenta quanto di più avanzato vi sia nell’Italia, e non solo, del tempo.

Muove i primi passi del suo percorso artistico concentrandosi in particolare sulla scultura. Partendo da suggestioni impressioniste prima -evidente è l’attenzione per Medardo Rosso visto all’Esposizione Internazionale di Roma del 1911- e futuriste poi -più volte è stato impropriamente accostato alle ricerche dinamiche di Umberto Boccioni -, le volge alla ricerca di un ‘senso plastico’ affatto personale, incentrato su quelli che lui definisce ‘volumi negativi’, le ombre, gli scuri.

L’intensa profondità della sua poetica si fa più chiara nel prosieguo del percorso. Abbandonata la scultura verso la fine degli anni ‘10 -la riprenderà solo in rare occasioni- e motivando la sua scelta nel primo numero della fondamentale rivista ‘Valori Plastici’, di cui è fondatore insieme a Mario Broglio, affronta ora con più determinazione la pittura – indubbiamente, uno dei suoi riferimenti è Cézanne. La ‘plasticità’ qui si incentra sul colore orchestrato nei valori luministici e tonali di piani aguzzi e incisorei, ‘scolpiti’ ora con tessiture più liquide, ora con addensanti e ispessiti impasti, che si connota di un profondo afflato entro cui si racchiude un senso cosmico della spiritualità.

“Solo l’aspirazione al primordiale muove l’essere”, “identificare la sostanza pittorica con la natura delle energie spirituali che ci premono”, “pensiamo che la pittura sia giunta a massima autonomia di movimento, a estrema profondità di espressione e funzione della materia come densità e interiorità”, “dal colore si deve tutto trarre, ma il risultato non è colore: è fatto vivente” scrive nel ‘Manifesto del ‘Primordialismo plastico’’ del 1933 che firma come critico d’arte insieme a Capogrossi e Cavalli. A queste date, Melli è nella piena maturità ed è un punto di riferimento per le giovani generazioni che si raccolgono attorno al tonalismo della Scuola romana. La sua pittura si cristallizza insistendo sulla struttura dei piani che la infondono di consistenza plastica e si schiarisce nella tavolozza, che verte con sempre più insistenza sulla chiarezza della gamma cromatica. I mezzi pittorici diventano a tratti rarefatti e riassunti all’estremo, lasciando addensare l’ideale spirituale, il primordiale, l’umano, come elemento portante dell’opera.

Come accade a pochi, la sua parabola artistica non si interrompe, ma prosegue lineare e ad altissimi livelli nell’ultimo quindicennio di attività, di cui L’operaio rappresenta uno dei vertici. Nella materia pittorica ora ispessita e aggrumata e nella tavolozza virata su toni iscuriti e intimisti, accesi dalla luce aranciata che fa capolino dal frammento di finestra sulla sinistra, prende corpo un uomo assorto, che dell’operaio conserva forse solo il basco. L’energia è concentrata tutta su quel volto, la cui riflessione non ha nulla di psicologistico, ma si carica di un senso ulteriore. Usiamo ancora le parole di Melli: “L’uomo diventa il tempo, il tempo l’uomo, uguale a prima diverso da prima. Tutto ciò che l’uomo scopre nella sua natura scopre in se stesso. Le indagini nel tempo, nello spazio, nella sostanza sono indagine nell’uomo. L’uomo microcosmo.”

Eugenio Costantini

La Galleria Carlo Virgilio & C. ricerca opere di Melli Roberto (1885-1958)
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