Broglio: Bagnanti

Broglio: BagnantiMario Broglio

(Piacenza 1891 – San Michele di Moriano 1948)

Bagno al parco (cartone preparatorio)

1938 ca.

Matita su carta, mm 1100 x 1830

Mario Broglio è ricordato dalla letteratura per aver profondamente influenzato la cultura artistica italiana – e romana in particolare – tra le due guerre, soprattutto attraverso la sua attività di editore e critico. L’impegno profuso nell’editoria insieme a sua moglie, la pittrice lettone naturalizzata italiana Edita Walterowna von Zur Muehlen, è spesso considerato all’origine della sua non particolarmente ricca produzione pittorica. Sebbene questo sia un dato, va altresì tenuto conto che la sua pittura, interamente votata al raggiungimento di un perfetto equilibrio tra forme pure, luci e toni, è frutto di una ricerca complessa e profondamente meditata, niente affatto estemporanea. Prima di giungere alla stesura del colore sul supporto, infatti, Broglio passava attraverso una lunga preparazione teorica, accompagnata da meticolosi studi preparativi. La presente matita su carta, oltre a provare la sua abilità nel disegno e nella composizione, rappresenta quindi un prezioso documento del suo processo creativo. L’opera va ricondotta all’olio su tavola intitolato Il bagno nel parco (coll. priv.), di cui evidentemente costituisce una prima idea progettuale, esposto nel 1943 alla quarta edizione della Quadriennale romana insieme a due nature morte[1]. Si noti che le dimensioni del disegno risultano pressoché identiche a quelle che del dipinto, datato dalla critica attorno al 1938.

L’opera si lega strettamente al dipinto Il romanzo, esposto all’edizione precedente della Quadriennale, scena di vita moderna che strizza l’occhio all’esaltazione dello sport, prerogativa di quel periodo storico, e racconta al contempo della diffusione popolare del romanzo. Ne Il bagno al parco Broglio riprende la composizione de Il romanzo e la amplia, arricchendola di elementi: oltre alle due fanciulle in costume e cuffia, ritratte in un momento di pausa dal nuoto, l’artista inserisce due bagnanti nude nella vasca, una di fronte all’altra. Rappresentata con ricchezza di particolari, la scena è ambientata in terme antiche, forse un frigidarium. La rievocazione di atmosfere classicheggianti è frutto di una riflessione sulla pittura parietale d’epoca romana, con particolare riferimento agli affreschi della “Villa dei Misteri” a Pompei. Va ricordato a tal proposito che solo alcuni anni prima era stato pubblicato dall’archeologo Amedeo Maiuri il doppio volume con tavole a colori degli affreschi della villa, riemersi nel 1930 in seguito ad una nuova campagna di scavi. Oltre a Broglio, molti furono i pittori influenzati dall’aspetto quasi metafisico delle scene pompeiane, in particolare i giovani artisti della “Scuola romana”, da Emanuele Cavalli e Giuseppe Capogrossi a Fausto Pirandello.

È imprescindibile, nella ricerca di Mario Broglio e del gruppo di artisti di “Valori Plastici”, il riferimento alla pittura italiana dall’antichità al Rinascimento, da lui studiata con rigore e metodo filologico. Il rimando alla tradizione si evince anche dalla tecnica del disegno, pulito e preciso, che l’artista controlla attentamente attraverso la quadrettatura. Molti dei disegni di Broglio e di sua moglie – con la quale aveva un rapporto di piena collaborazione anche in ambito pittorico – recano le tracce di tale antico procedimento tecnico, riscoperto nell’Italia tra le due guerre in un generale clima di “ritorno al mestiere”.

Manuel Carrera

[1] IV Quadriennale d’Arte Nazionale, Roma 1943, p. 36, n. 27.

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