Joli: La barricata a San Barnaba, 31 marzo 1849

 

Joli: La barricata a San Barnaba, 31 marzo 1849 Faustino Joli

(Brescia, 1814 – 1876)

Episodio delle Dieci Giornate di Brescia. La barricata a San Barnaba, 31 marzo 1849

olio su tela, cm 33 x 46

a destra: “CONTRADA DELLO SGUAZZO / BRESCIA IL GIORNO 31 MARZO / 1849”

 

Provenienza: Brescia, conte Filippo Salvadego (1934); Brescia, collezione privata

Esposizioni: Brescia, 1934, cat. 141

Bibliografia: Mostra della pittura bresciana dell’Ottocento. Catalogo, a cura di Fausto Lechi, Brescia, Comune di Brescia, 1934, p. 34 (non riprodotto); M. Mondini, in Dai neoclassici ai futuristi ed oltre. Proposte per una civica galleria d’arte moderna e contemporanea, catalogo della mostra, a cura di R. Stradiotti, Brescia, S. Giulia, novembre 1989 – gennaio 1990, Brescia, Comune di Brescia, 1989, p. 64 (cit., non riprodotto).

 

L’opera, non firmata, ma assegnabile con certezza al catalogo di Faustino Joli (1814-1876), uno dei protagonisti assoluti della pittura bresciana dell’Ottocento, è in diretto rapporto con uno dei suoi dipinti più noti, facente parte di una celebre serie di quattro tele conservate nelle raccolte dei Civici Musei d’Arte e Storia di Brescia (Legato Ghisi Rovetta Pellegrini), che immortalano alcuni dei momenti salienti delle eroiche, sfortunate “Dieci Giornate” dell’insurrezione anti austriaca di Brescia,  protrattasi dal 23 marzo al primo aprile del 1849: Il popolo radunato in Piazza Vecchia il 23 marzo (inv. 576), Il combattimento nella Piazzetta dell’Albera il 31 marzo (inv. 577), Saccheggi a Porta Torrelunga il 31 marzo (inv. 572) e La Barricata a San Barnaba in 31 marzo (inv. 571).

Il dipinto in esame rappresenta uno dei più noti episodi dell’insurrezione, avvenuto il 31 marzo 1849, penultimo giorno della gloriosa, disperata resistenza dei cittadini bresciani, inopinatamente insorti contro la guarnigione austriaca, guidati militarmente da Tito Speri, contro le soverchianti truppe imperiali di rinforzo accorse dal territorio, al comando del tenente feldmaresciallo Julius Jacob von Haynau.

In quel fatidico giorno, sfondata dopo numerosi, vani tentativi, la forte barricata di Porta Torrelunga (odierna Piazza Arnaldo), le truppe guidate dal generale di brigata Johann Nugent, accorse da Mantova cinque giorni prima, si scagliarono contro la barricata improvvisata dagli insorti all’incrocio della contrada di San Barnaba (odierno tratto orientale di corso Magenta) e della contrada dello Sguazzo (odierna via Crispi) per proteggere la barricata più interna in contrada Bruttanome (odierno tratto occidentale di Corso Magenta). La fiera resistenza opposta dai bresciani portò alla momentanea rotta degli Imperiali, i quali avrebbero presto, ahimè, fatalmente ripreso il sopravvento, riconquistando l’eroica città insorta, condannata a uno spietato saccheggio.

Nel centenario del glorioso episodio la municipalità cittadina pose a San Barnaba una lapide marmorea con incisa un’eloquente epigrafe:

IL 31 MARZO 1849

DALLA BARRICATA QUI POSTA

CONTRO IL SOVERCHIANTE NEMICO

I BRESCIANI BALZARONO CON DISPERATO IMPETO

ALL’ULTIMA VITTORIA

Rispetto alla versione conservata nelle raccolte dei Civici Musei di Brescia, il punto di vista prospettico risulta leggermente arretrato verso nord, permettendo al pittore di rappresentare nella sua interezza la facciata della chiesa dell’ex Convento agostiniano di San Barnaba, soppresso nel 1797, e di riprendere una porzione più ampia della piazzetta antistante (oggi Piazzetta Arturo Benedetti Michelangeli), chiusa a meridione dal fabbricato in stile neoclassico delle Scuole Elementari cittadine, realizzato tra il 1834 e il 1838 dall’architetto Luigi Donegani, oggi sede del Conservatorio di Musica “Luca Marenzio”. Anche le numerose “macchiette” degli insorti che si affollano in primo piano, così come quelle delle truppe austriache in fuga precipitosa sullo sfondo, risultano sapientemente variate rispetto a quelle presenti nella versione dei Civici Musei.

Nel dipinto, di altissima qualità pittorica, in prima tela e in perfetto stato di conservazione, l’autore fissa la veduta urbana con la precisione dell’esperto pittore prospettico, restituendo ad un tempo la concitazione della scena cruenta con l’efficacia cronachistica di una coinvolgente, plausibile testimonianza diretta.

Pur non potendo esculdere che esistano più versioni autografe del soggetto, tutte realizzate, probabilmente, a una decina di anni di distanza dall’eroico evento, ossia dopo la liberazione definitiva della città dal giogo asburgico, avvenuta nel giugno 1859, l’opera in esame, proveniente da una collezione privata bresciana, va identificata, verosimilmente, con un dipinto d’identiche dimensioni di proprietà del conte Filippo Salvadego, esposto con il titolo Episodio delle X Giornate – Piazza S. Barnaba, alla grande Mostra della pittura bresciana dell’Ottocento allestita nel 1934 a cura del conte Fausto Lechi, accanto alle quattro tele dello Joli di proprietà municipale sopra citate, allora conservate nel Civico Museo del Risorgimento.

Faustino Joli, figlio d’arte, ricordato anche per la sua intensa, meritoria attività didattica, fu presente con una certa assiduità, nell’arco di un cinquantennio, tra il 1828 e il 1878, alle esposizioni organizzate annualmente presso l’Ateneo di Brescia, con dipinti a olio e fixé, aventi per soggetto animali, paesaggi e scene di genere, venendo più volte premiato, e intervenne con successo negli anni 1846, 1857, 1858 e 1872, anche alle mostre allestite all’Accademia di Brera.

Oltre alle tele dedicate all’epopea rivoluzionaria bresciana del 1849, Joli, animato da sincero spirito patriottico, eseguì diversi dipinti per celebrare la decisiva, vittoriosa battaglia di Solferino e S. Martino, combattuta dai Franco-Sardi contro gli Austriaci il 24 giugno 1859 in territorio mantovano e bresciano: Cacciatori d’Africa del maresciallo Niel che a Mezzane, fra Montechiaro e Calvisano, valicano il Clisi il dì 21 giugno del 1859 (1861, 1864),  Il Castello di Solferino accoglie la notte del 24 giugno i feriti della grande battaglia, che continuano a esservi trasportati dal campo (1861, 1864), La battaglia di S. Martino (1863), La notte che seguì la battaglia (1863),  La rocca di Solferino e sul poggio la parte posteriore della chiesa di S. Pietro (1863), I Cavalleggeri di Monferrato che caricano gli Austriaci a S. Martino (1864),  I primi solchi nella campagna di Solferino dopo la guerra (1875), I campi di S. Martino (1878).

Bernardo Falconi

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