presentation Gerardi Zecchin portafiori

Alberto Gerardi

(1889-1965)

Vittorio Zecchin

(1878-1947)

Portafiori a forma di alberello di caprifico

1920 c.

ferro battuto e vetro, cm.188 x 62

 

“Io penso che di ferro son fatte le stelle”

 

Alberto Gerardi discende da una famiglia di fabbri ferrai che da più generazioni lavora nelle fucine di Rocca Antica, un piccolo paese nel Lazio. Giovinetto frequenta scuole serali, apprende il mestiere nella bottega paterna e conclude gli studi seguendo il corso di plastica e architettura al Museo Artistico Industriale di Roma dove suo maestro è Duilio Cambellotti, del quale diventa allievo prediletto e collaboratore.

La sua articolata formazione artistica gli permetterà di spaziare dai lavori in ferro battuto, alla scultura in bronzo e in marmo, dalla lavorazione a sbalzo del rame e dell’argento, all’incisione e al disegno.

Due diverse ispirazioni animano le sue opere in ferro battuto; la prima riecheggia ancora le movenze dell’Art-nouveau internazionale e reca una decisa impronta naturalistica: rami e foglie proiettati verso l’alto in un moto ascensionale avvolgono portalampade o coppe portafiori; la seconda è rappresentata da opere in stile “francescano”

Gerardi nel 1921 partecipa, insieme a Cambellotti, Vittorio Zecchin e Romeo Berardi, a una mostra organizzata da Maria Monaci Gallenga, famosa sarta, imprenditrice e appassionata di arti decorative italiane, mostra che si tiene nella sua galleria situata nella moderna via Veneto a Roma. Nello stesso anno partecipa alla Prima Biennale Romana con almeno sei opere.

Nel 1923 due eventi confermano la sua fama: una mostra individuale alla galleria Pesaro a Milano con presentazione in catalogo dell’architetto Ugo Arata e la partecipazione alla prima Biennale delle arti decorative di Monza. Sempre nel 1923 assume la cattedra di lavorazione del ferro presso il Museo Artistico Industriale, incarico che terrà a lungo, trasmettendo il suo sapere a una fitta schiera di allievi. Nel 1928 esegue il bassorilievo in bronzo cesellato di un’aquila possente, diventata poi il simbolo editoriale dell’Enciclopedia Treccani.

Negli anni Trenta il suo fare artistico si evolve, si dedica sempre più al disegno e all’incisione, i suoi vasi e lampade in ferro o in rame martellati, di rastremata eleganza déco, privi di qualsiasi decorazione, assumono imponenti sagome stereometriche. Un’opera famosa è una corona in ferro e argento creata come recinto per la Sacra Roccia dell’Agonia nella Basilica di Getsemani a Gerusalemme nel 1935.

Numerose sue opere sono custodite a Milano nel Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci all’interno della collezione donata da Guido Rossi e un alberello simile è stato acquistato nel 2014 dal Musée d’Orsay di Parigi.

Interessante notare che nell’opera in questione i rami sono costellati di gemme, un elemento naturalistico che contraddice tutta l’ideazione che invece è accentuatamente stilizzata. La struttura delle foglie richiama le foglie del caprifico (fico selvatico) albero più volte citato da Omero nell’Iliade.

Alberelli simili sono stati esposti nella Biennale romana del 1921 e pubblicati in una foto d’epoca ai lati della fontana della veranda del Palazzo delle esposizioni; il successo di quest’opera è testimoniato anche dall’apprezzamento di altri artisti artigiani suoi contemporanei tanto che un alberello è presente anche nel famoso salotto dello scultore Giovanni Prini in una foto d’epoca del 1926.

Il piatto in vetro giallo sostenuto dai rami del caprifico ha un fondo baccellato ottenuto con costolatura a stampo ed è opera del grande maestro vetraio veneziano Vittorio Zecchin che proprio in quella stessa data, 1921, ne produceva in colorazioni e in dimensioni diverse.

Maria Paola Maino

 

 

 

 

Bibliografia

G. U. Arata, Ferri battuti e ferri sbalzati di A. Gerardi, Edizioni della Galleria Pesaro, s.d. ma 1923

C. Maltese, Alberto Gerardi, De Luca editore, Roma 1964

Alberto Gerardi, catalogo della mostra a cura di R. Zuccaro, De Luca Editori d’Arte, Roma 2008

I.de Guttry, M. P. Maino, Metalli liberty e déco, Collana Antiquariato del ‘900, 24ore cultura, Pero (Mi) 2013

Galleria Pesaro. Storia di un mercante creatore di collezioni, catalogo della mostra a cura di A. Madesani e E. Staudacher, Galleria Maspes, Milano 2017, pp. 69, 212

Vittorio Zecchin: i vetri trasparenti per Cappellin e Venini, catalogo della mostra a cura di M. Barovier e C. Sonego, Skira editore, Milano 2017

La Galleria Carlo Virgilio & C. ricerca opere di Zecchin Vittorio (1878-1947)
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