Il pittore Gabriele Smargiassi nacque a Vasto il 22 luglio 1798 e si formò presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli sotto la guida di Giuseppe Cammarano fino al 1818, quando decise di entrare nello studio di Anton Sminck van Pitloo, negli stessi anni di apprendistato di Giacinto Gigante. Nel 1824 il pittore ottenne una borsa di studio che gli consentì di soggiornare a Roma, dove entrò nell’orbita degli artisti protetti dalla duchessa di Saint-Leu, moglie di Luigi Bonaparte, che lo assunse come maestro di suo figlio, il futuro Napoleone III. Nel 1828 Smargiassi viaggiò insieme alla duchessa tra la Svizzera, Londra e l’Italia, cui fece seguito una lunga permanenza a Parigi che gli permise di affermarsi come principale paesaggista al servizio della nobiltà e dell’alta borghesia europee, lavorando tra gli altri per la regina del Belgio e Luigi Filippo, divenendo insegnante di disegno dei figli. In questo periodo l’artista partecipò con regolarità ai salons parigini presentando vedute napoletane, romane e francesi (Veduta della Reggia di Caserta, olio su tela, 1833, Chantilly, Museo Condè; Veduta del Tempio di Venere a Baja, olio su tela, 1834) e continuando ad inviare dipinti a Napoli alle mostre borboniche (una Veduta di Palermo dal convento di Baja nel 1835 e una Veduta di Sorrento nel 1837).

Tornato a Napoli su finire del 1837, il pittore ottenne l’anno seguente la cattedra di paesaggio presso il Reale Istituto di Belle Arti, divenendo così tra le personalità più influenti dell’Ottocento partenopeo. Tra il 1863 e il 1875 lo Smargiassi pubblicò i Rendiconti ed Atti della Reale Accademia di Archeologia, Lettere e Belle Arti, riflessioni sulla pittura di Poussin e sul paesaggio storico napoletano.

Morì a Napoli il 12 maggio 1882.

Tra i più importanti e apprezzati paesaggisti dell’Ottocento partenopeo, la stima di cui il pittore fu omaggiato può constatarsi dal dipinto proposto dalla nostra Galleria raffigurante una Veduta del Golfo di Napoli dalla terrazza di Palazzo Reale (olio su tela, 1845), commissionata dallo zar Nicola I durante il suo soggiorno napoletano nel 1845 e proveniente dal Palazzo d’Inverno di San Pietroburgo. Da queste vedute di stampo pitlooniano, caratterizzate dall’atmosfera pittoresca e i colori chiari e luminosi, Smargiassi si allontanò successivamente per dedicarsi ad un paesaggio di matrice storico-romantica, in cui eroi e personaggi della letteratura agiscono sullo sfondo di una natura non più indagata liricamente dal vero, ma elaborata scenograficamente in studio (si vedano come esempi i dipinti raffiguranti Pinabello e Bradamante, olio su tela, 1855; e La partenza del coscritto, olio su tela, 1866, entrambi a Napoli, Museo di Capodimonte).