Nato a Intra, nei pressi di Verbania, il 15 febbraio 1866 in una famiglia della piĂą alta nobiltĂ  russa, lo scultore Paolo Troubetzkoy si avvicinò all’arte grazie alla frequentazione dei pittori scapigliati che i genitori ospitavano nella loro villa sul lago Maggiore. Suo primo insegnante di disegno fu infatti Daniele Ranzoni, finchĂ© il giovane non mostrò doti spiccate nel modellare la creta e venne mandato nel 1877 a Milano per studiare presso il collegio Calchi Taeggi. Gli scarsi risultati negli studi convinsero il padre ad indirizzare il Nostro all’agricoltura e così nella primavera del 1883 lo scultore venne inviato a Podolia, dove lo zio Alessandro Winkler gestiva vasti possedimenti terrieri. L’esperienza ebbe tuttavia la durata di pochi mesi, e l’anno seguente Troubetzkoy è a Milano per perfezionarsi sotto Ernesto Bazzaro, iscrivendosi nel 1886 alla Famiglia Artistica ed esordendo con il bronzo raffigurante un cavallo all’annuale rassegna braidense.

A partire dall’ultimo decennio del secolo lo scultore si dedicò principalmente alla ritrattistica e all’esecuzione di bozzetti per la partecipazione ai concorsi per i monumenti pubblici, tutti di esito negativo, come quello per il monumento equestre di Giuseppe Garibaldi e di Amedeo IV di Savoia per Torino. Nel 1895 l’artista partecipò alla prima Biennale di Venezia ed eseguì il primo monumento di destinazione pubblica, quello in marmo per Carlo Cadorna in piazza Garibaldi a Verbania, risolto tramite un medaglione posto ai piedi di un flessuoso nudo femminile.

Grazie all’interessamento del cugino Sergej Nikolaević, rettore dell’UniversitĂ  Imperiale di Mosca, Troubetzkoy nel 1898 ottenne la cattedra di scultura presso la Scuola di pittura, scultura e architettura della capitale russa, e l’incontro dell’anno seguente con Tolstoj si rivelò decisivo per la conversione ai principi dell’umanitarismo. La consacrazione definitiva dell’artista si verificò all’Esposizione Universale di Parigi del 1900, dove la scultura Tolstoj a cavallo (bronzo, Parigi, MusĂ©e d’Orsay) vinse il Grand Prix e fu acquistata dallo stato francese. Con la vittoria del concorso bandito nel 1899 per la realizzazione di un monumento dello zar Alessandro III – inaugurato dopo molte difficoltĂ  solo nel 1909 – lo scultore si dimise dall’insegnamento e si trasferì a San Pietroburgo, dove gli fu allestito un apposito studio e si impose come stimato ritrattista.

Con lo scoppio della guerra russo-giapponese nel 1905 e l’inizio dei primi moti rivoluzionari Troubetzkoy si trasferì dapprima in Finlandia per poi spostarsi a Milano fino al suo definitivo stanziamento a Parigi, dove divenne il ritrattista alla moda dei piĂą raffinati salotti dell’alta societĂ  parigina.

Al 1913 si data il grande successo della sua sala personale alla I Esposizione della Secessione romana, a cui poco tempo dopo seguì il viaggio in America, dove restò per tutto il periodo della prima guerra mondiale, approfondendo gli studi sulle usanze e sul folklore locali.

Morì nella sua villa di Suna il 12 febbraio 1938.

Lo stile dello scultore si fondò in un primo momento su un’estetica post-scapigliata che poneva ampia enfasi sulla fusione tra figura e ambiente, superfici non finite e l’indeterminatezza della forma, per poi evolversi verso ritmi piĂą fluidi e linearismi di gusto Liberty grazie al contatto a Parigi con Rodin, Sargent e Boldini, come apprezzabile nella sua vasta produzione ritrattistica.

Rappresenta al meglio tale maturazione stilistica il Ritratto di Gabriele d’Annunzio (bronzo a cera persa a patina scura, 1911) presentato dalla nostra Galleria, che documenta dell’amicizia dello scultore con il celebre vate attraverso uno stile bozzettistico virtuosisticamente efficace nel rendere la posa elegante dell’uomo di mondo raffigurato.

Tema inconsueto all’interno della prassi di Troubetzkoy fu quello che scaturì dalle suggestioni prodotte dal mondo americano con le storie di frontiera e l’epica dei pellerossa, condensato in sculture come Vedetta (bronzo, 1893, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna) esposto alla Permanente di Milano e all’Esposizione di Roma del 1893, in cui l’iconografia western viene declinata attraverso una struttura solida e monumentale, non lontana dalla sintassi del monumento equestre.

Troubetzkoy: autoritratto

Paolo Troubetzkoy – Gabriele D’Annunzio

Paolo Troubetzkoy Intra 1866- Suna 1937 Gabriele D’Annunzio 1911 Bronzo a cera persa a patina scura, 43 x 31 x 32 cm Firmato e datato sulla base: “Paul Troub[…] 1911”; timbro di fonderia: “C. Valsuani Cire Perdue” Provenienza: Italia, collezione privata La lunga amicizia tra D’Annunzio e Troubetzkoy, testimoniata dalle occasioni degli incontri, dai carteggi…