| OPERA DISPONIBILE

Giacinto Diano
Pozzuoli 1731 – Napoli 1803
Presentazione di Gesù al tempio (“macchia” per la tela nel Cappellone di sinistra nella Chisa di Santa Maria Incoronatella della Pietà dei Turchini a Napoli) • 1780-81
Olio su tela, 101,5 x 69,5 cm
Il dipinto è chiaramente il modello, con minime varianti, per la grande tela con la presentazione di Gesù al Tempio nel cappellone del transetto sinistro della chiesa di Santa Maria Incoronatella della Pietà deiTurchini a Napoli, parte di un ciclo tra i più impegnativi della maturità del puteolano Giacinto Diano1.
L’intero complesso decorativo si configura come un enorme ‘polittico’ incentrato sull’infanzia di Cristo: a sinistra, l’Adorazione dei magi; al centro, in corrispondenza dell’altare, l’Adorazione dei pastori ; e a destra appunto la Presentazione di Gesù al Tempio. Nel fregio sotto il cornicione è la Strage degli innocenti , mentre nelle vele superiori ai lati del finestrone sono rispettivamente il Sogno di san Giuseppe e il Riposo nella fuga in Egitto . Nel sottarco, al centro, è collocata una tela mistilinea con Dio Padre in gloria e a destra un Concerto di angeli ; la corrispondente tela di sinistra, di soggetto analogo, è invece perduta. Ai lati del cappellone, oltre a due altri momenti della Strage degli innocenti , sono poi le effigi dei profeti Isaia, a sinistra, e Geremia, a destra2. La scelta iconografica è in particolare sintonia con l’attività di assistenza e istruzione (in particolare musicale) dell’infanzia abbandonata svolta dall’annesso conservatorio dei Turchini, il cui nome deriva appunto dal colore della veste indossata dai piccoli ospiti. L’esecuzione dell’imponente impresa è ancorata a tre registrazioni di pagamento annotate tra le carte d’archivio della chiesa: le prime due, datate rispettivamente al 1780 e al 1781, riguardano le fasi preliminari dell’opera; la terza e ultima, del 1787, dà notizia del completamento «di tutti li quadri da esso [Diano] fatti nel cappellone», per la considerevole somma di 2050 ducati 3.
Dal momento che i primi due pagamenti citano esplicitamente le «macchie esibite ed approvate» per l’avvio del progetto, è possibile ricondurre a tale lasso di tempo anche la realizzazione della tela in esame, già segnalata dalla letteratura in collezione Serra di Cassano a Napoli4, così come degli altri studi e modelletti preparatori per il medesimo ciclo, tra cui spicca certamente la Strage degli innocenti del Minneapolis Institute of Arts 5. A quest’ultima Anthony Morris Clark legava una grisaglia all’epoca presso Edward Edward Andrew Maser a Chicago e «a variant study for the main soldier and resisting woman at left» in collezione privata a Londra, probabilmente da identificare con il vigoroso bozzetto apparso più volte sul mercato antiquario 6.
Formatosi nella bottega di Francesco De Mura, dov’è attestato nel 1752, Diano maturò successivamente il proprio linguaggio a contatto con la cultura di Luigi Vanvitelli, che segnò sia un ulteriore progresso in senso accademico della concezione formale della sua pittura, sia un’amplificazione della componente architettonica delle sue invenzioni, che ne fece forse il maggiore specialista del secondo Settecento napoletano nella decorazione di dimore signorili. Questo interesse per la dimensione spaziale emerge del resto in modo evidente proprio nel cantiere della Pietà dei Turchini. Nella tornitura lucente e ben definita delle forme, il modelletto in esame documenta il passaggio dalla cultura visiva del tardo barocco napoletano, con la sua tendenza ad addensare corpi e panneggi, verso un più moderno equilibrio d’ispirazione neoclassica; una transizione qui ancora più leggibile che nella redazione finale, purtroppo offuscata da sporco e ossidazioni.
Napoli, 9 marzo 2025
Giuseppe Porzio
1 Sull’artista si vedano almeno N. Spinosa, Pittura napoletana del Settecento. Dal rococò al classicismo , Napoli 1987, pp. 56, 116-121, catt. 135-152, 438-439 (regesto di G. Toscano); M.A. Pavone, voce Diano, Giacinto, detto il Pozzolano , in Dizionario biografico degli italiani, XXXIX, Roma 1991, pp. 654-657; e A. D’Alfonso, Giacinto Diano e la decorazione murale a Napoli nella seconda metà del Settecento, in «Proporzioni», 11-12, 2010-2011 [ma 2015], pp. 166-176.
2 S. Mileto, Il Settecento: Paolo De Matteis, Giuseppe Mastroleo e Giacinto Diano , in Santa Maria della Pietà dei Turchini. Chiesa e Real conservatorio, a cura di L. Donadio, V. Pacelli e F. Speranza, Napoli 2005, pp. 96-104.
3 E. Nappi, Il conservatorio e la chiesa della Pietà dei Turchini , in Ricerche sul ’ napoletano. Saggi e documenti per la storia dell’arte, Milano 1993, pp. 105-106 (docc. 168, 170, 178).
4 Cfr. la nota successiva.
5 Inv. 66.50. [A.M. Clark, in] European paintings from the Minneapolis Institute of Arts , New York 1971, p. 449, cat. 239.
6 Christie’s, New York, gennaio , lotto .
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