Il pittore Giorgio Morandi nacque il 20 luglio 1890 a Bologna e dimostra fin da giovane una spiccata inclinazione verso la pratica artistica, come documentano alcuni elaborati resi noti nel 1984 in occasione della mostra “Morandi e il suo tempo” tenutasi presso la Galleria Comunale d’Arte Moderna di Bologna. Nel 1907 il pittore si iscrisse all’Accademia di Belle Arti, che frequentò fino al 1913, interessandosi già a partire dal 1911 all’arte di Cézanne, di Picasso e degli Impressionisti, che indirizzeranno in modo permanente le sue ricerche figurative. Terminato il percorso accademico, Morandi si accostò alla corrente futurista grazie all’amicizia con Osvaldo Licini e Giacomo Vespignani, presenziando alle serate futuriste di Modena e Bologna e alla mostra di Pittura Libera Futurista di Firenze. Il 1914 è considerato come un anno spartiacque nella vita dell’artista, in quanto ha inizio la sua attività espositiva: prima all’Hotel Baglioni di Bologna (22 e 23 marzo), dove, a fianco di Licini, Vespignani, Bacchelli e Pozzati, Morandi presenta tredici tele e quattro disegni a matita; successivamente alla Prima Esposizione Libera Futurista presso la Galleria Sprovieri di Roma – con una Natura morta – e alla Seconda Secessione Romana, dove espone Paesaggio di neve del 1913. Dopo la breve parentesi della guerra, che lo vide presto riformato a causa di problemi di salute, il pittore diede inizio all’affascinante stagione metafisica del proprio percorso artistico, incontrando nel 1919 De Chirico e Carrà grazie all’amico Giuseppe Raimondi, che lo mise in contatto anche con i letterati de “La Ronda”. Nel frattempo Morandi aveva già conosciuto nel 1918 Mario Broglio, fondatore della rivista “Valori Plastici” – che caldeggiava un ritorno ai valori tecnici e formali del passato gettando le basi ideologiche della corrente del Realismo magico -, il quale lo mise sotto contratto dal 1919 al 1924. Nel 1921 il pittore è presente con Carrà e De Chirico a Berlino, nella rassegna intitolata La giovane Italia, organizzata da “Valori Plastici”, alla quale assistette anche il critico Franz Roh, che nel 1925 fondò l’espressione Realismo magico.

Nel 1939 Morandi riuscì a realizzare la sua prima personale alla Quadriennale di Roma, ricevendo il secondo premio per la pittura, mentre nel 1948 vinse il primo premio alla Biennale di Venezia, consacrando poi tali successi e la fama internazionale con la vittoria nel 1957 alla Biennale del Brasile.

Morì a Bologna il 18 giugno 1964.

Tema privilegiato della poetica di Morandi è quello antiretorico della natura morta, dove gli oggetti vengono trattati come sagome disposte in uno spazio privo di prospettiva. L’interesse del pittore verso i problemi spaziali e tonali, nato a partire dalla lezione di Cézanne e dei cubisti, si sostanzia attraverso una tavolozza dai toni bassi e smorzati, come apprezzabile nel dipinto Natura morta (olio su tela, 1948, Bologna, Museo Morandi). La cifra stilistica di Morandi si mantenne sostanzialmente sempre la stessa, basata sull’indagine delle infinite possibilità combinatorie di forma, spazio, luce e colore, declinata in un’atmosfera assorta e distaccata.