Il pittore Pio Joris nacque a Roma l’8 giugno 1843 e ricevette la prima formazione artistica da Edoardo Pastina, paesaggista napoletano domiciliato presso la sua famiglia. Tra il 1855 e il 1861 l’artista frequentò l’Istituto di Belle Arti della città, perfezionandosi successivamente per un breve periodo presso l’Accademia di San Luca. Sempre nel 1861 Joris si recò insieme al padre, antiquario, all’Esposizione Nazionale di Firenze rimanendo particolarmente colpito dalle opere di Filippo Palizzi, Domenico Morelli e Saverio Altamura, occasione nella quale ebbe modo di conoscere anche Mariano Fortuny, artista dal lessico eclettico e alla moda che si rivelerà uno dei principali punti di riferimento nella maturazione stilistica del pittore romano.

A partire dal 1862 Pio Joris iniziò a frequentare lo studio di Achille Vertunni, che nel 1866 accompagnò a Napoli, un’altra esperienza fondamentale per lo sviluppo della poetica figurativa del pittore, che nello stesso torno d’anni iniziò ad interessarsi a tematiche legate al mondo contadino e popolare. Tra le prime opere dell’artista a riscuotere un certo successo figura La passeggiata di Pio IX al Pincio (olio su tela, 1864, Roma, Museo di Roma) che risente ancora di un fare pittorico accademizzante pur essendo influenzato dal suggestivo ed emotivo vedutismo partenopeo.

Su invito del pittore Wider che faceva parte del comitato organizzatore, Joris presenziò all’Esposizione Internazionale di Monaco di Baviera del 1869 inviando l’opera Domenica mattina fuori Porta del Popolo (olio su tela, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna), che venne premiata con la medaglia d’oro e sarà presentata anche al Salon del 1877.

Nel 1870 il pittore entrò a far parte dell’Associazione Artistica Internazionale fondata in quello stesso anno, e partecipò a tutte le esposizioni da quest’ultima organizzate, decorandone per altro la prima sede presso la casina del Pincio nel 1873 il salone superiore con un fondale teatrale, e la seconda, in via de’ Condotti, con scene raffiguranti le feste di Tor Cervara. Nel 1875 Joris fu chiamato da Roesler Franz e Cipriani a far parte dei dieci fondatori della Società degli Acquerellisti di Roma, partecipando l’anno seguente alla II Mostra con l’acquerello raffigurante Battesimo a Rocca di Papa. Nel 1876 Joris fu insignito dell’onorificenza di Cavaliere della Corona, ed al Salon parigino dello stesso anno espose Il Battesimo e Avanti il Battesimo nell’isola d’Ischia, riproposte all’Esposizione Universale del 1878.

Al 1893 risale la medaglia d’oro ricevuta alla Permanente di Milano per l’acquerello raffigurante una Lavandaia, ottenendo in quello stesso anno premi anche alle tre esposizioni organizzate dalle associazioni artistiche romane, quella Artistica Internazionale, quella degli Acquerellisti e quella dei Cultori e Amatori di Belle Arti. Nel 1900 il pittore venne gratificato da un duplice riconoscimento ricevuto al Salon che si tenne in quell’anno: la medaglia d’oro e la Legion d’Onore rispettivamente per i dipinti La processione delle ammantate a San Pietro e Giovedì Santo. Quest’ultimo vinse anche la medaglia d’oro a Dresda nel 1901 e il premio Müller del 1905.

Morì a Roma il 6 marzo 1921.

Divenuto celebre per gli scorci di paese con le folkloristiche abitazioni in pietra e tufo e l’attenzione di stampo verista destinata a documentare la vita sobria e mite dei popolani che ne animavano vicoli e piazze – eseguiti prevalentemente con la tecnica dell’acquerello -, il pittore si dedicò tuttavia saltuariamente anche alla pittura di storia. Ne rappresenta uno dei più pregevoli esempi il dipinto avente come soggetto La fuga di papa Eugenio IV (olio su tela, 1883, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna), presentato all’Esposizione Nazionale di Roma del 1883 ed esemplato sulla pittura dal carattere pittoresco e la tavolozza luminosa di Mariano Fortuny.

Stimolato dalle ricerche luministiche e dallo studio della natura indagata dal vero portate avanti da Morelli e Palizzi è il dipinto Terrazza a Sorrento (olio su tela, 1866, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna), in cui il taglio fotografico che guida lo sguardo verso il panno arso dal sole si accompagna all’incredibile resa dei riflessi guizzanti della luce sulla superficie delle foglie.