Il pittore Johann Jakob Frey nacque a Basilea il 27 gennaio del 1813, figlio di Samuel, incisore su rame, da cui apprese le basi del mestiere. Dopo brevi soggiorni di studio a Parigi e a Monaco, nei quali l’artista rimase particolarmente impressionato dai paesaggisti fiamminghi del Seicento e da Carl Rottmann, nel 1836 il pittore si trasferì a Roma occupando spazi presso la sede dell’Accademia Austriaca in Palazzo Venezia e frequentando gli artisti tedeschi gravitanti intorno al Caffè Greco. Spinto dalla volontĂ  di emulare i grandi paesaggisti del passato che nei secoli si sono susseguiti nella CittĂ  Eterna, il pittore prese a recarsi nell’idillica e dorata campagna romana per ricavarne disegni e studi dal vero, tramutati poi in dipinti, come nel caso della Veduta con le cascate di Tivoli (olio su tela, 1838 ca., ubicazione ignota). Tra il 1839 e il 1840 Frey intraprese un viaggio esplorativo tra la Campania e la Sicilia, entrando in contatto con la poetica evocativa e sentimentale della “Scuola di Posillipo” e aggiornando il proprio stile verso lirismi d’ascendenza gigantiana.

Nel 1842 il Nostro accompagnò l’amico egittologo Karl Richard Lepsius nella spedizione in Egitto e in Etiopia sovvenzionata dal governo prussiano, esperienza che si rivelò fondamentale e ricca di stimoli, dalla quale il pittore fece ritorno con un vastissimo bagaglio di schizzi e abbozzi catturati dal vero, riutilizzati successivamente per la realizzazione di dipinti. A causa del sopraggiungere di problemi di salute nell’agosto del 1843 Frey fu costretto ad interrompere prematuramente la spedizione per far ritorno a Roma, sostando durante il tragitto ad Atene, occasione nella quale realizzò numerose vedute della cittĂ .

Dal 1858 il pittore prese studio presso il prestigioso Hotel de Russie, divenendo un punto di riferimento per la comunitĂ  artistica di area germanica e continuando a rendere onore alla pratica delle scampagnate nella campagna laziale, spesso in compagnia di letterati e colti viaggiatori, come nel caso di Ferdinand Gregorovius.

Morì nella sua vigna di Frascati il 30 settembre 1865. 

Divenuto celebre per le sue vedute orientaliste caratterizzate da un fascino esotico e suggestivo, Frey fu in grado, attraverso sorprendenti qualità tecniche che pure vanno sottolineate, di catturare i magnifici effetti atmosferici e i colori saturi del Nord Africa, magistralmente esemplificati dalla Veduta delle rovine di Karnak da sud (olio su tela, Wannenes marzo 2021, già Galleria Carlo Virgilio), dove la minuzia descrittiva delle rovine è esaltata dalla preziosità della gamma cromatica.

Eseguito con ogni probabilitĂ  a ridosso del viaggio compiuto dal pittore nel 1839 a Napoli e, l’estate seguente, in Sicilia, almeno a giudicare dalle accensioni sentimentali del paesaggio e dalla fluiditĂ  della pennellata, che fanno pensare alle ricerche portate avanti da Giacinto Gigante, è invece il Paesaggio al tramonto (olio su carta riportata su tela) che la nostra Galleria ha avuto il piacere di proporre.