Figlio del celebre scrittore Luigi, il pittore Fausto Calogero Pirandello nasce a Roma il 17 giugno 1899 e si avvicina all’arte in seno all’ambiente familiare, considerando che il padre era solito dipingere per passione. Nel 1917 l’artista è chiamato alle armi ma non viene mai inviato al fronte, tant’è che l’anno seguente entra come apprendista nello studio dello scultore Ettore Ximenes, abbandonato poco dopo in quanto la creta gli causa problemi respiratori. Decisosi così di dedicarsi alla pittura, Pirandello segue lezioni di disegno presso la scuola di Sigmund Lipinsky, incisore simbolista che godeva di gran credito sulla scena artistica capitolina, ed infatti tra le sue prime opere figura una xilografia destinata ad illustrare la copertina di Novelle per un anno del padre.

Nel 1922 il pittore si iscrive alla Scuola d’Arte degli Orti Sallustiani dove ha come compagni Emanuele Cavalli e Giuseppe Capogrossi, e inoltre, avendo come insegnanti Felice Carena e Attilio Selva, inizia a frequentare l’arcadico borgo di Anticoli Corrado, luogo d’elezione scelto da molti artisti quale seconda residenza e studio. L’esordio di Pirandello nell’attività espositiva risale al 1925 in occasione della III Biennale Romana, dove presenta un dipinto avente per soggetto delle Bagnanti, tema su cui tornerà numerosissime volte durante la sua carriera, per poi esporre l’anno seguente alla Biennale di Venezia.

Nel 1928 l’artista si trasferisce con la moglie Pompilia d’Aprile, modella anticolana, a Parigi, dove frequenta gli Italiens de Paris, tra cui De Chirico e De Pisis in particolare, rimanendo colpito dalle novità cubiste e surrealiste. Dopo aver organizzato la prima personale presso la Galerie Vildrac nel 1930 il pittore torna definitivamente a Roma, dove dà inizio ad un’intensa attività espositiva: alla Sindacale del Lazio del 1932 espone numerosi dipinti tra cui Interno di mattina (olio su tela, 1931, Parigi, Centre Pompidou), alla Biennale di Venezia del 1934 presenta La scala (olio su tavola, Viareggio, Società di Belle Arti), alla II Quadriennale dell’anno successivo è presente con Il bagno e La pioggia d’oro (olio su tela, 1835, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna). Tra gli ultimi successi del pittore possono ricordarsi l’antologica allestita nel 1951 nella prestigiosa sede di Palazzo Barberini, il primo premio ottenuto alla VI Quadriennale romana dell’anno seguente, la mostra tenutasi presso la Catherine Viviano Gallery di New York nel 1955 e la medaglia d’oro ricevuta dal Presidente della Repubblica nel 1956.

Muore a Roma il 30 novembre 1975.

Tipico della produzione pittorica di Pirandello è l’utilizzo di tonalità bruciate e intense che ne denunciano il legame con la Sicilia e un forte senso di drammaticità, caratteri dal pittore declinati in un’atmosfera straniante, metafisica, evocanti un’onirica e inquieta visione della realtà, come apprezzabile nei dipinti Crocifissione (olio su cartone, 1934, Musei Vaticani) e Siccità (olio su cartone), presentato alla III Quadriennale romana del 1939, dal tonalismo grasso e materico accostabile a quello dei compagni della cosiddetta “Scuola romana”.

A partire dal secondo dopoguerra il pittore si dedicò con sempre piĂą insistenza al tema delle bagnanti – replicato numerosissime volte anche in veste grafica – e andò adottando un linguaggio spigoloso e deforme d’ascendenza espressionista, che ne riflette i tormenti esistenziali, in cui evidente risulta la rilettura dell’opera cezanniana: la figura umana diventa feticcio e simulacro della vacuitĂ  dell’esistenza, la materia si scioglie nella luce e il segno diventa graffiante.