Il pittore e funzionario amministrativo Giovanni Battista De Gubernatis nacque a Torino il 15 luglio 1774, conseguendo la laurea in legge che gli aprì le porte ad una brillante carriera burocratica. Influenzato dai due più importanti vedutisti piemontesi della fine del XVIII secolo, Palmieri e Bagetti, a partire dal 1795 De Gubernatis iniziò a dilettarsi nella produzione di disegni e acquarelli rappresentanti paesaggi, come dimostrano gli esempi conservati presso la Galleria Civica d’Arte Moderna di Torino. Divenuto nel 1806 membro del consiglio generale del Dipartimento del Po, capo divisione della Prefettura e sottoprefetto dell’arrondissement di Parma, si trasferì nella città emiliana fino al 1812. Di questo periodo sono numerose vedute ed acquerelli, tra cui quello che raffigura lo Studio del pittore a Parma, tra i più brillanti e toccanti esempi nel filone dell’interno di studio con finestra. Nel 1812 il pittore venne trasferito ad Orange, sempre con la carica di sottoprefetto, dove ebbe modo di conoscere Dominique Vivant-Denon, con il quale strinse amicizia, e che mostrò di apprezzare molto le qualità artistiche del De Gubernatis. Grazie all’intercessione del francese infatti il pittore poté esporre al Salon dello stesso 1812 le sue incisioni, ottenendo una medaglia d’oro. Dopo la caduta di Napoleone l’artista si risolse di abbandonare la Francia solo dopo i Cento giorni, tornando a Parma sempre nelle vesti di amministratore, rimanendovi però solo un anno e facendo definitivo ritorno a Torino dopo un’amara esperienza che lo vide coinvolto.

Nel 1817 divenne ispettore del Regio Erario, nel 1818 segretario capo della seconda divisione del Ministero delle Finanze e nel 1821, a seguito dei moti costituzionali, Carlo Alberto gli affidò la reggenza della Segreteria delle Finanze. Licenziato nel 1833 a causa di un intrigo messo in atto dal conte dell’Escarèna, ministro dell’Interno, venne presto riabilitato una volta dimostrata la sua innocenza, anche se l’episodio lasciò un segno profondo nell’animo del De Gubernatis.

Una parte minoritaria ma estremamente interessante della sua produzione è costituita dall’indagine di monumenti antichi, soprattutto romanici e gotici, tramite schizzi e studi di razionale e scientifica obiettività.

Morì a Torino il 23 marzo 1837.

Ritenuto dalla critica un “dilettante di genio” per le qualità non comuni della sua produzione artistica e nonostante l’accezione non professionale del suo operare, i paesaggi del pittore sono stati accostati a quelli di affermati “colleghi” di valenza europea, come Cozens, Vernet e Valenciennes. Specialmente nelle creazioni portate a termine durante i suoi ripetuti soggiorni estivi nella località collinare di Castiglione è ravvisabile un significativo grado d’immediatezza, una libertà compositiva e una sensibilità luministica che situano De Gubernatis tra i principali rappresentanti del paesaggismo piemontese di inizio XIX secolo, a metà strada tra una precisione ottica che indaga lenticolarmente i particolari e tocchi basati su puri valori tonali che donano sentimentalità alle scene. Tale eclettismo, che gli derivò principalmente dai numerosi viaggi svolti nel contesto dei suoi incarichi burocratici, nei quali poté entrare in contatto con diversi correnti artistiche, è apprezzabile in dipinti come Veduta del castello di Rivoli (1798, Torino, Galleria d’Arte Moderna), uno dei suoi primi acquerelli caratterizzati da una pittura “a macchia”, luminosa e spaziosa, e nel più tardo Paesaggio con bufera e castello (1804, Torino, Galleria d’Arte Moderna), dove più marcate sono le inflessioni sublimi e pittoresche della corrente protoromantica.