Il pittore Domenico de Angelis nacque a Ponzano Romano il 15 febbraio 1735 e venne battezzato presso la parrocchia di San Nicola di Bari. A quindici anni De Angelis si trasferì a Roma presso il fratello Giuseppe, entrando poco dopo all’interno della bottega di Marco Benefial.

A partire dal 1771 il pittore iniziò la sua fortunata attività al servizio del principe Marcantonio IV Borghese, per il quale eseguì la Lotta tra Ercole e Apollo per il tripode di Delfi nel suo palazzo cittadino.

Con il suo ingresso all’Accademia di San Luca nel 1774 il pittore donò una Maddalena (olio su tela, collezione dell’Accademia) che mostra attraverso un classicismo di forte ispirazione emiliana già una “grecizzazione” neoclassica nel profilo della protagonista. Nello stesso anno De Angelis fu chiamato, risultando per altro come il primo pittore ad essere coinvolto nell’impresa, a dipingere alcune scene per la galleria al piano terra di Villa Borghese, dove eseguì il Trionfo di Galatea, la Morte di Aci e la Metamorfosi di Aci nella “Galleria degli Imperatori (terminati nel 1776). Nel 1779 il pittore consegnò per la “Stanza del vaso” della Villa il monumentale Giudizio di Paride, mentre del 1785 è la Flora per l’omonima stanza.

Nel 1780 il pittore venne chiamato dall’architetto Michelangelo Simonetti, a cui era stato affidato il riordino del Gabinetto “delle Maschere” del Museo Pio-Clementino, a decorare con scene che si legassero tematicamente alle statue lì conservate il soffitto dell’ambiente. Il De Angelis affreschò quindi scene mitologiche di soggetto amoroso, come Bacco e Arianna, il Giudizio di Paride e Diana ed Endimione.

Negli ultimi anni d’attività il pittore lavorò principalmente alla realizzazione di pale d’altare, tra cui va ricordata l’Assunzione della Vergine per la chiesa dell’Assunta a Montalto di Castro (1785, olio su tela, in situ). Durante gli anni della Repubblica romana (1798-99) sembra che il pittore prese parte con entusiasmo alle aspirazioni rivoluzionarie giacobine, tanto che realizzò i finti bassorilievi per l’arco di trionfo eretto in occasione della festa della Federazione (20 marzo 1798). Morì a Roma il 10 marzo 1804 senza riuscire a portare a compimento una Crocifissione di san Pietro che doveva essere trasportata in mosaico per la basilica omonima.

Artista che si formò ed operò all’interno dell’ambiente classicistico romano, nelle opere del De Angelis possono riscontrarsi i caratteri tipici della pittura accademica debitrice della produzione di Anton Raphael Mengs e di Pompeo Batoni, che è la risultante in definitiva della fusione tra raffaellismo, pittura emiliana del Seicento e rinnovate riflessioni sull’Antico. Tratti quest’ultimi evidenti in quello che può considerarsi il capolavoro dell’artista, la tela per il soffitto di Villa Borghese terminata nel 1779 rappresentante Il Giudizio di Paride, che sulla scorta delle novità interpretative ed ideologiche introdotte dai pittori inglesi attivi a Roma (Gavin Hamilton e David Allan in primis), inscena una rappresentazione severa nelle intenzioni e nel disegno sicuro e nitido, ma dove è ancora possibile scorgervi in filigrana echi delle soavità e delle delicatezze più tipicamente tardobarocche, appesantita da un coacervo di personaggi, gesti, azioni. Nelle quattro scene ai lati, che hanno per oggetto le conseguenze del giudizio di Paride, la composizione si fa contrariamente più composta ed equilibrata, sebbene risultino comunque appartenenti a quella fase di transizione difficilmente etichettabile per l’eclettismo che la caratterizza, ma che ancora non può definirsi pienamente neoclassica.

Scarsa risulta ad oggi la produzione del pittore nel genere del ritratto, di cui si conosce solamente quello dello scultore Francesco Antonio Franzoni (olio su tela, 1790 ca., Bergamo, Carrara, Accademia di Belle Arti) e due Autoritratti, uno presso l’Accademia di San Luca e l’altro inviato nel 1789 per entrare nella famosa serie degli Uffizi.