Il pittore Mauro Conconi nacque a Milano il 7 dicembre 1815, e si iscrisse nel 1832 all’Accademia di Brera, che frequentò fino al 1837 avendo come maestri Luigi Sabatelli e Carlo Bellosio. Di quest’ultimo Conconi divenne l’allievo prediletto, tanto che appena terminati gli studi accademici decise di portarlo con sé come aiutante in Piemonte, dove era stato incaricato dai Savoia di eseguire gli affreschi per le ville di Pollenzo e Racconigi. Nel 1840 Conconi dipinge in autonomia l’affresco con Pomona e Vertumno nella villa Calderara a Venzago, cominciando ad adottare un linguaggio romantico in polemica contro il classicismo accademico. Lo stesso anno il pittore si impose nel concorso accademico di Venezia con un dipinto raffigurante Teti ridesta l’ardore di Achille, mentre l’anno seguente è vincitore a Bologna con La predica di San Vincenzo de’ Paoli alle dame genovesi.

Del 1845 è la pala d’altare avente per soggetto L’educazione della Vergine licenziata per la chiesa di Malnate, incominciando immediatamente dopo gli affreschi per la chiesa di Uboldo, terminati nel 1846, con La predica degli apostoli dopo la Pentecoste e la Conversione di San Paolo.

Avvicinatosi alle correnti libertarie allora assai diffuse nel nord del Paese, la sua adesione al risorgimento patriottico è espressa dal dipinto Una lagrima ai prodi d’Italia morti nel 1848 e 1849. Egli stesso si era arruolato nel 1848 con la Guardia Nazionale per la difesa dell’Adda, rifiutando con convinto disappunto le commissioni governative e la nomina nel 1851 a consigliere dell’Accademia di Brera.

Frescante assai apprezzato, è tuttavia nelle opere da cavalletto che può stimarsi la vera modernità del Conconi, poiché nelle realizzazioni di più ridotto impegno poté dedicarsi alla trattazione di tematiche letterarie e storiche, così care al movimento romantico. Ne è un esempio il dipinto eseguito nella tarda maturità rappresentante Colombo medita la scoperta del Nuovo Mondo (olio su tela, 1855, ubicazione ignota), in cui il protagonista giganteggia solitario in tutta la sua simbolica valenza, meditabondo ma dallo sguardo consapevole e fiero. Nella pittura a carattere religioso Conconi tende viceversa a costipare la scena di figure, sapientemente organizzate in piani spaziali scalati, così da non intralciare la leggibilità degli episodi.

Ritrattista che caratterizzò la sua produzione grazie alla capacità sopraffina con cui riuscì a catturare le sfumature psicologiche degli effigiati, col Ritratto di Carlo Bellosio (olio su tela, 1850, Milano, Pinacoteca di Brera), eseguito subito dopo la morte dell’amato maestro, possiamo assistere ad uno dei vertici della pittura romantica del genere, impreziosito da una resa pittorica vibrante, pastosa e immediata.