Il pittore Antonio Caboni nacque a Cagliari nel 1786. Non perseguì una formazione artistica tradizionale di stampo accademico, ma imparò i rudimenti del mestiere avendo a modello stampe tratte dalle opere dei grandi maestri del passato. Nonostante la mancanza di maestri diretti, che di solito si dimostravano anche vantaggiosi come viatico per il debutto a livello professionale, Caboni riuscì a farsi apprezzare dalla borghesia e dalla nobiltà cagliaritane, ricevendo tra le prime importanti commissioni l’esecuzione dei ritratti di Carlo Alberto e Vittorio Emanuele II per il Palazzo Viceregio di Cagliari. Nello stesso palazzo il pittore eseguì dei lavori ad affresco – probabilmente le decorazioni a monocromo -, a cui seguirono nel 1842 i monocromi per il presbiterio della basilica di Santa Croce con i santi Maurizio e Lazzaro, mentre tra il 1843 e il 1845 affresca la cupola e la volta del Duomo. Il viceré di Sardegna Giuseppe Maria Montiglio apprezzava talmente tanto le qualità del pittore da condurlo con sé a Casale Monferrato, dove fece eseguire al Caboni come dono per la chiesa parrocchiale di Vignale una Madonna del Carmine con Bambino e santi e un’Immacolata Concezione entrambe datate 1843.

Morì a Cagliari nel 1874.

Seppur digiuno della tradizionale prassi con la quale un pittore era solito formarsi, facendo esperienza all’interno di una bottega o seguendo dei corsi accademici, Caboni riuscì a raggiungere doti tecniche per nulla mediocri, sebbene il suo stile possa apparire a volte piuttosto duro.

Fortemente legato a formule espressive settecentesche, nei suoi dipinti può evidenziarsi una forte componente ispirata ai grandi esempi di Raffaello, Domenichino e Guido Reni. Ciò risulta particolarmente evidente nella tela rappresentante le Sante Giusta, Giustina ed Enedina (olio su tela, 1840) conservata presso la chiesa di Santa Giusta di Oristano, dall’impianto solido e monumentale, tipi fisiognomici mutuati dal classicismo emiliano seicentesco.

Caboni praticò con costanza il genere del ritratto.