Il pittore Giovanni Busato nacque a Vicenza il 3 dicembre 1806 da una famiglia di modesti falegnami, iniziando ad esprimere la propria inclinazione artistica nella bottega dei genitori. Nel 1825 uno zio materno si adoperò affinchĂ© il Busato si recasse a studiare presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia, dove ebbe come maestri i pittori Teodoro Matteini e Natale Schiavone. Nel 1829, risultando vincitore del concorso accademico, il pittore potĂ© trasferirsi a Roma con una pensione, così da poter entrare in contatto con la tradizione del neoclassicismo romano – Camuccini e Landi – e con le novitĂ  introdotte da puristi e nazareni. Premiato nel 1830 con una medaglia dall’Accademia di San Luca per un disegno dal nudo, maggior plauso gli occorse dal ritratto di Gregorio XVI, che nel 1834 gli valse la nomina a cavaliere. Dopo una breve sosta a CorfĂą dove dipinse nel teatro cittadino, il pittore tornò a Vicenza per intraprendere una prolifica e fortunata carriera. Tra le prime opere realizzate vi è un sipario del teatro La Fenice con l’Ingresso di Enrico Dandolo a Costantinopoli (1837), mentre del 1843 sono quelli per i teatri di Senigallia e di Trieste. Busato fu attivo anche per il patriziato veneto, licenziando nel 1846 per la villa Rezzonico a Bassano due grandi tele rappresentanti la CaritĂ  e la Notte, e l’anno successivo un soffitto di casa Giovannelli a Venezia con Venezia accoglie Minerva e l’affresco con l’Allegoria delle Ore in palazzo Benvenuti.

Nel mentre il pittore nel 1841 era diventato assistente alla cattedra di pittura presso l’Accademia di Venezia, posizione che mantenne fino al ritorno degli austriaci, quando preferì dimettersi ed andare in esilio prima in Svizzera e poi a Torino, dove potĂ© vivere facendo il restauratore e l’antiquario.

La svolta avvenne nel 1859 quando, morto Cosroe Dusi, Busato venne chiamato a Pietroburgo dagli zar per decorare il teatro e per eseguire il ritratto di Alessandro II, a cui seguì la concessione della Croce di San Stanislao. A causa delle difficili condizioni politiche, il pittore fu costretto a spostarsi in Grecia, Francia e Germania, dove apprese il metodo della stereocromia, che applicò una volta tornato in patria nel 1866. Con questa tecnica Busato eseguì le pale d’altare per il duomo di Schio con episodi della vita di San Pietro e gli affreschi per la facciata della Banca Popolare di Vicenza (1876).

Morì a Vicenza il 10 dicembre 1886.

La pittura di Giovanni Busato si manifesta attraverso un linguaggio eclettico in cui, sulla base di un neoclassicismo sensuale mutuato dallo Schiavone, si innestano le suggestioni della poetica romantica e l’equilibrio compositivo delle correnti puriste. Nella matura Notte, licenziata per villa Rezzonico, la sodezza nivea della figura allegorica femminile richiama difatti in maniera evidente alla lezione del maestro, mentre nel piĂą tardo Transito di San Giuseppe (olio su tela, 1866, Vicenza, chiesa di Santa Corona) si manifestano scelte compositive e cromatiche di ascendenza nazarena.

Il pittore si cimentò anche nel genere del ritratto, ricorrendo a tipologie stereotipate sulla scorta della lezione di Francesco Hayez, come mostra il Ritratto di Marianna d’Ambra Trissino (olio su tela, 1836, collezione privata), nobile nel portamento ed etereo nell’atmosfera quasi rarefatta, dove la giovane donna prematuramente scomparsa è caratterizzata da uno sguardo amorevolmente assente e malinconico.