Il pittore Giuseppe Bisi nacque a Genova il 10 aprile 1787 da una famiglia di artisti, in seno alla quale dovette consumarsi tutta la sua formazione, considerando che non abbiamo notizie biografiche in tal senso. Dopo aver partecipato come volontario alle campagne napoleoniche, il pittore entrò a far parte della cancelleria del viceré Eugenio de Beauharnais, e dopo la caduta del Regno d’Italia si hanno notizie di una sua prima attività milanese come insegnante di calligrafia presso il Reale Collegio delle Fanciulle. Intorno al 1818 prese avvio la carriera artistica del Bisi, quando iniziò ad esporre con frequenza alle annuali di Brera, costruendosi così una solida reputazione e una fortuna di critica e di pubblico. Tra i primi importanti mecenati del pittore va ricordato il conte Alessandro Sommariva, che nel 1822 commissiona al Bisi due tele con vedute della propria residenza.

A seguito del successo riscosso all’esposizione braidense del 1827, si spalancano per il pittore le porte delle istituzioni accademiche, tanto che nel 1838 verrà creata, espressamente per lui, la cattedra di pittura di paesaggio presso l’Accademia di Brera.

Nel 1828 Bisi compie un viaggio a Roma e nel Lazio, da dove fece ritorno con numerosi schizzi e studi dal vero, tramutati una volta tornato a Milano in dipinti immediatamente acquistati dai collezionisti lombardi, come la Veduta di Ariccia, esposta a Brera nel 1830 e acquistata dall’ingegnere Giovanni Brioschi.

Divenuto, a partire dagli anni ’20 del XIX secolo, il paesaggista alla moda più richiesto dall’aristocrazia e dall’alta borghesia lombarda, fu pittore assai prolifico, sebbene la maggior parte delle sue opere non sono state ancora identificate. A metà strada tra il vedutismo di Giovanni Migliara e i paesaggi storici di D’Azeglio, le opere del pittore sono caratterizzate da un segno rigoroso che permette di enfatizzare dettagli naturalistici e da atmosfere terse e colori smaltati, apprezzabili nella Veduta di Genova dall’alto della Galleria d’Arte Moderna di Milano, dove è per altro notevole il taglio scenografico.

Sporadicamente il pittore si dedicò a tematiche più tipicamente romantiche, come nel caso dei Lombardi alla prima Crociata (olio su tela, 1837) e dell’Orlando e Rodomonte che combattono sul ponte (olio su tela, 1838, Brescia, Pinacoteca Tosio Martinengo), ispirate al linguaggio figurativo dell’amico Hayez, che Bisi aveva ospitato a Milano dal 1820 al 1823, in paesaggi che mostrano delle forti assonanze con quelli dipinti contemporaneamente da D’Azeglio.