Il pittore Luigi Asioli nacque a Correggio il 16 dicembre 1817, figlio dell’incisore Giuseppe e nipote del più famoso Francesco Rosaspina. A partire dal 1828 l’artista iniziò a frequentare i corsi dell’Accademia Atestina di Modena, dove venne fortemente influenzato dall’opera del pittore Adeodato Malatesta, per poi perfezionare la propria formazione presso l’Accademia Clementina dal 1836 al 1839, copiando i capolavori dei grandi artisti del Seicento emiliano.

Alla prima giovinezza dell’Asioli appartiene l’Azzo III d’Este (olio su tela, 1833, Modena, Accademia Militare), realizzato per la galleria dinastica dei duchi austro-estensi, dove già mostra una certa propensione al romanticismo storico di gusto troubadour.

Successivamente il pittore si spostò a Firenze per studiare sotto Giuseppe Bezzuoli, facendo ritorno nella natia Correggio nel 1840, divenendo professore di disegno presso l’Accademia modenese.

A questi anni risalgono gli affreschi per la chiesa di San Quirino a Correggio dove eseguì l’Apoteosi di San Quirino e la Gloria d’Angeli (1845), mostrando una spiccata adesione al classicismo accademico declinato in chiave carraccesca e reniana.

Con l’insorgere dei moti rivoluzionari del 1848 il pittore decise di aderirvi con convinto patriottismo, spostandosi prima a Venezia, poi a Genova e Milano, approfittando della circostanza eseguendo numerosi studi che poi verranno utilizzati in opere future.

Arruolatosi nuovamente nel 1859, l’Asioli non prese parte concretamente a nessun combattimento, e l’anno successivo riprese con costanza e impegno l’attività pittorica e didattica, a seguito della nomina del pittore a professore di pittura dell’Accademia di Modena.

Morì a Modena il 15 agosto 1877.

Pittore fortemente legato alla tradizione così ingombrante e ineludibile dei suoi territori d’origine – la pittura emiliana del primo Seicento – l’Asioli non riuscì mai ad emanciparsi completamente da un composto accademismo, seppur la sua carriera venne caratterizzata da una qualità esecutiva e da una perizia tecnica sempre sostenute. Particolarmente apprezzato nel genere del ritratto, appare piuttosto significativo il ritratto del padre (olio su tela, 1835 ca., Correggio, Museo Civico Il Correggio) per la sorprendente capacità e naturalezza nel coglierne i tratti psicologici, lo status di borghese placidamente soddisfatto.

L’opera più importante e nota del pittore è certamente La cacciata dei tedeschi da Genova (olio su tela, 1842, Pistoia, Museo Civico), in cui l’Asioli andò a completare il dipinto rimasto incompiuto di Luigi Busi, su richiesta del collezionista Niccolò Puccini. Pur sulla base di una composizione già altamente strutturata, il pittore ne rimeditò l’ordinamento compositivo concentrandosi sulla resa dei fumi e del parapiglia della rivolta, inserendovi la scena della bandiera ispirata alla Libertà che guida il popolo di Delacroix.

Nel campo dell’arte sacra, le sue pale rimeditano impianti compositivi d’ascendenza reniana, come nella pur apprezzabile Apparizione del Sacro Cuore a Santa Margherita Alacoque (1845, Carpi, chiesa di Santa Chiara), dai colori sapientemente impastati.