Il pittore Andrea Appiani nacque a Milano nel 1817, figlio di Costanzo e non del piĂą celebre pittore omonimo, come è stato spesso affermato per errore. Si formò presso l’Accademia di San Luca di Roma dal 1833 al 1837, sotto la guida de purista Tommaso Minardi, distinguendosi con la vincita di una medaglia nella seconda classe. Nel 1836 vinse con un disegno rappresentante La morte di Corradino sulla piazza del mercato di Napoli il Grande concorso indetto dall’Accademia di Brera. Terminato l’apprendistato romano, il pittore si stabilì a Milano, entrando in contatto con la pittura di Francesco Hayez, come si può evincere dal dipinto con Il ritrovamento di Mosè, con il quale il pittore vinse il Grande concorso di pittura dell’Accademia di Brera del 1838. Il legame tra l’Appiani e il pittore veneto può dedursi per altro dalle incisioni che il milanese ricavò da alcune opere di Hayez.

Nel 1850 l’Appiani partecipò all’Exposition Universelle di Parigi, mentre nel 1859 il governo della Lombardia lo nominò membro della commissione preposta all’ordinamento dell’esposizione di Belle Arti. Morì a Milano nel 1865.

Ritrattista particolarmente apprezzato e prolifico, Andrea Appiani si dedicò in special modo alla pittura di matrice storicistica, riuscendo a fondere con naturalezza la lezione purista appresa a Roma con il colorismo vibrante mutuato dall’Hayez. Questo è vero sia se si analizza la sua produzione ritrattistica – si veda ad esempio il dipinto datato 1844 che ritrae il ricco possidente Giuseppe Biraghi, morto appena pochi mesi prima, dai toni dimessi e veristici –, sia quella a carattere storico. Si veda ad esempio il capolavoro della piena maturitĂ  dell’Appiani dipinto nel 1852 per il conte Litta, che rappresenta Petrarca induce il poeta Simon Memmi a ritrarre furtivamente madonna Laura (Milano, Museo Poldi Pezzoli), in cui le figure, dai gesti ieratici e calibrati, vengono immerse in una scenografia che esalta la ricostruzione storica dell’episodio narrato.