Il pittore Costanzo Angelini nasce a Santa Giusta, in terra amatriciana, il 22 ottobre 1760, e si trasferisce giovane insieme al fratello Lorenzo a Roma per studiare lettere sotto la guida di uno zio sacerdote. Venne avviato alla pittura nella bottega del pittore Marco Caprinozzi, per poi stabilirsi definitivamente a Napoli nel 1790. Durante il soggiorno romano entrò in contatto con i celebri incisori Morghen e Volpato, ai quali fornì alcuni disegni per il volume Principi del disegno tratti dalle più eccellenti statue antiche (1786). Al 1808 risale il suo ingresso all’interno dell’Accademia di disegno, divenendo l’anno seguente professore presso l’Istituto di Belle Arti. L’impegno costante del pittore nell’accrescere e migliorare l’ambiente accademico partenopeo è testimoniato dal fatto che sotto la sua egida si formarono i talentuosi pittori Raffaele Postiglione e Michele de Napoli. Tra gli altri incarichi ufficiali ricevuti, vanno menzionati la direzione della calcografia reale nel 1812 e la curatela dei restauri dei dipinti antichi conservati presso il Reale Museo Borbonico nel 1813. Morì a Napoli il 22 giugno 1853. 

Ritenuto uno dei più ammirevoli e talentuosi pittori nel campo del ritratto del primo Ottocento, l’Angelini si rivelò anche letterato dalle doti affatto pregevoli: tra i suoi scritti si ricordano un poemetto in ottave dal titolo La Pittura del 1819, e un testo significativo e programmatico come la Relazione storica, ove dimostra il vantaggio che reca lo studiar la pittura in Roma del 1821. E proprio il frutto dell’esperienza romana del pittore, unitamente agli influssi che poté trarne, può cogliersi nel disegno dal valore propagandistico con Gioacchino Murat alla battaglia di Aboukir (matita su cartoncino, 1813, Museo di Capodimonte), che deriva ad evidenza della produzione francese contemporanea a carattere ufficiale, ma che permette di ipotizzare anche una sua frequentazione della famosa Accademia de’ Pensieri gianesca.

Particolarmente abile nel cogliere i tratti più individuali dei personaggi raffigurati, l’Angelini si espresse attraverso uno stile dalla pennellata veloce e vibrante, pastosa, in una continuità con quella che era stata la pittura di Gaspare Traversi. Aspetti questi che possono cogliersi nel dipinto conservato presso il Museo degli Strumenti Astrologici di Napoli dove il pittore ritrae l’astronomo Giuseppe Piazzi (olio su tela).