Il pittore e scultore Aligi Sassu nasce a Milano il 17 luglio 1912 e viene avviato all’arte dal padre Antonio, amico di Carlo Carrà, che a soli sette anni lo porta a visitare l’Esposizione Nazionale Futurista presso la Galleria Moretti di Palazzo Cova. A causa delle ristrettezze economiche della famiglia l’artista è costretto a lasciare la scuola e lavora prima presso una litografia, poi come aiutante di un decoratore murale. Sassu riesce comunque a portare a termini gli studi grazie ai corsi serali, e nel 1927 si presenta insieme all’amico Bruno Munari a Filippo Tommaso Marinetti, che l’anno seguente lo invita a partecipare alla Biennale di Venezia. Dello stesso anno è la stesura, insieme a Bruno Munari, del manifesto “Dinamismo e riforma muscolare”, che aveva l’obiettivo di disciplinare la rappresentazione di forme anti-naturalistiche in modo dinamico, rimasto tuttavia inedito fino al 1977.

Entrato nel frattempo all’Accademia di Brera, il pittore conosce, tra gli altri studenti, Lucio Fontana; ma deve abbandonare i corsi dopo soli due anni per i costi troppo elevati, e prende a frequentare l’Accademia Libera, che permetteva a giovani artisti con basse disponibilità economiche di utilizzare diversi strumenti di lavoro in cambio dell’impegno a realizzare un quadro al mese. Dopo la chiusura dell’Accademia Libera, tra il 1929 e il 1932 Sassu affitta uno studio insieme a Giacomo Manzù ed inizia a partecipare a diverse mostre collettive che lo sottopongono all’interesse della critica. Nel 1934 il pittore si trasferisce a Parigi, dove studia i grandi capolavori conservati nei musei della capitale francese, restando particolarmente colpito dagli impressionisti e da Delacroix. Qui ha modo di conoscere Filippo De Pisis, Lionello Venturi e Fernand Léger, grazie ai quali riesce ad esporre alcune opere alla Galerie des Quatre Chemins.

In questi anni matura nell’artista un vivo sentimento sociale e antifascista, che lo porta all’attivismo politico e all’arresto nel 1937: durante la reclusione a Fossano, Sassu realizza un elevatissimo numero di disegni. Alla conclusione della Seconda Guerra mondiale il pittore si trasferisce a Castel Cabiaglio, in provincia di Varese, per avviare un’attività ceramistica artigianale restaurando un’antica fornace. Tuttavia l’esperienza non dura a lungo, e prosegue per un periodo ad Albissola, dove Sassu è ospite del ceramista Tullio Mazzotti. Insieme a Mazzotti l’artista nel 1954 conosce Picasso e la cantante colombiana Helenita Olivares, con cui si sposa in seconde nozze (in precedenza si era sposato ed aveva avuto una bambina). Nel 1964 il pittore si trasferisce in Spagna, compra una casa a Maiorca e si dedica tra le altre cose anche all’allevamento di cavalli, suoi animali prediletti che spesso rappresentava nelle sue opere. Tornato a Milano solo nel 1981, anno in cui riceve il riconoscimento “Gli uomini che hanno fatto grande Milano”, gli vengono successivamente attribuiti altri riconoscimenti, come nel 1965, quando viene nominato membro del comitato italiano dell’UNESCO per le arti plastiche, e nel 1994, quando è fatto Cavaliere della Gran Croce dal presidente della Repubblica.

Muore a Pollença il 17 luglio 2000.

La produzione di Sassu è associata in larga misura alla realizzazione di dipinti che hanno come protagonisti dei cavalli, tema reiterato in molteplici occasioni e attraverso numerose tecniche artistiche. A onor del vero occorre però dismettere tale considerazione e riscattare la carriera di un pittore che mostrò di interessarsi ad un’ampia gamma di soggetti.

Ne sono un esempio le opere di soggetto religioso, in particolare quelle dedicate alla Crocifissione, che andavano assumendo in lui le valenze di un’intensa e mistica esperienza simbolica, portatrice di energie catartiche. In un dipinto come la Deposizione (olio su tela, 1943, Musei Vaticani) le esperienze giovanili futuriste, rintracciabili nell’uso quasi violento del colore, vengono filtrate attraverso la lezione tardo-ottocentesca del Liberty simbolista e calate all’interno di un costrutto spaziale neo-primitivista.