Il pittore Giovanni Migliara nacque ad Alessandria il 15 ottobre 1785 da Pietro, affermato ebanista, del quale in un primo momento ricalcò le orme. Successivamente l’artista venne mandato a Torino presso lo studio dello scultore Giuseppe Maria Bonzanigo, dove stava formandosi anche il fratello maggiore Giuseppe. Intorno al 1802 il padre fece trasferire il pittore a Milano con lo scopo di farlo lavorare come apprendista nella bottega di Luigi Zuccoli, dove il Nostro frequentò anche i corsi dell’Accademia di Brera e si dedicò alla realizzazione di numerose copie dalle incisioni dei disegni di Leonardo da Vinci in accordo ad una pratica promossa da Giuseppe Bossi. Nel 1804 Migliara si trasferì nello studio dello scenografo Gaspare Galliari, con il quale collaborò alle scenografie per il teatro Carcano prima, e per quello della Scala poi.

Al 1812 risale l’inizio dell’attivitĂ  espositiva del Migliara, quando presentò alla rassegna braidense vedute milanesi e capricci veneziani nella maniera di Guardi e Canaletto, che gli garantirono un primo successo di critica e pubblico.

Nel 1822 il Nostro venne nominato socio dell’Accademia di Brera, sebbene successivamente si rifiuterĂ  di insegnarvi prospettiva a causa dei numerosi impegni lavorativi, preferendo piuttosto tenere delle lezioni private nel suo studio.

Come suddito del Regno di Sardegna il pittore mantenne sempre stretti rapporti con la committenza piemontese, tra cui vanno annoverati i conti Bertalazzone d’Arache e Pietro Baldassarre Ferrero, che lo portarono a riscuotere sempre piĂą consensi, finchĂ© lo stesso Carlo Felice non gli allogò un dipinto alla fiamminga per il castello di Govone. Ma il periodo di maggior fortuna dell’artista si palesò con Carlo Alberto, che nel 1831 lo nominò cavaliere dell’Ordine al Merito Civile di Savoia e nel 1833 suo “pittore di genere”. Tra le commissioni di destinazione reale possono ricordarsi  i due dipinti per Palazzo Reale di tema storico sabaudo, Il conte Pietro riceve l’anello di san Maurizio e Il duca Amedeo VIII a Ripaglia (olio su tela, 1832, Torino, Basilica di Superga). Nel 1834 il pittore eseguì per l’album personale del sovrano alcune vedute del Piemonte, conservate presso la Biblioteca Reale di Torino, mentre la regina Maria Cristina di Borbone gli richiese una Veduta della badia di Altacomba e l’Interno della cappella di Bellei in Altacomba (olio su tela, Castello di Racconigi), entrambe esposte a Brera in quello stesso anno.

Morì a Milano il 18 aprile 1837.

Fattosi apprezzare per la realizzazione di dipinti attraverso svariate tecniche, come l’acquarello e le fixès – miniature su seta sotto vetro – esposte in numerose occasioni, Migliara divenne noto principalmente per le scene di genere e gli interni di monastero di gusto troubadour sulla scia di Granet.

Le doti del pittore nell’attuare un’attenta costruzione prospettica e nella resa descrittiva dei particolari possono apprezzarsi nel dipinto Guglielmo Falletti di Barolo e Luigi XI nell’atrio del castello di Plessis-La-Tour (olio su tela, 1833, Torino, Galleria d’Arte Moderna) commissionatogli dal marchese Tancredi Falletti di Barolo ed esposto nel 1838 alla rassegna commemorativa dedicatagli all’esposizione di Torino.