Il ceramista e scenografo Pietro Melandri nasce a Faenza il 24 luglio 1885 e ancora adolescente viene messo a bottega presso il laboratorio di ceramiche dei fratelli Minardi. Intorno alla fine degli anni ’90 l’artista inizia a frequentare i corsi della locale Scuola d’Arti e Mestieri diretta da Antonio Berti, venendo attratto principalmente però dalle sperimentazioni di Domenico Baccarini. Agli inizi degli anni Dieci l’artista si trasferisce a Milano dove segue i corsi serali dell’Accademia di Brera ed avvia la propria carriera come decoratore e scenografo. Nel 1919 Melandri torna a Faenza dando inizio alla collaborazione con Paolo Zoli, mentre nel 1921 partecipa alla I Biennale romana con oggetti in ceramica di gusto Liberty. Al 1922 risale l’inizio della collaborazione con la società Focaccia a seguito del rilevamento dell’industriale Umberto della fornace di proprietà dei fratelli Minardi, che mette a disposizione del Nostro. Con il marchio FM il ceramista presenta le sue creazioni alle Biennali di Monza del 1923 e del 1925, ed è presente all’Expo des Arts Décoratif di Parigi.
Durante gli anni Trenta l’artista accresce la propria fama partecipando alle più prestigiose rassegne nazionali, quali la I Mostra del Sindacato Fascista di Belle Arti di Firenze del 1933 e, l’anno seguente, la Biennale di Venezia e la IV Mostra del Sindacato Fascista di Belle Arti del Lazio.
Con la chiusura per fallimento della fabbrica Focaccia nel 1932, l’artista riesce ad ottenere dal nuovo proprietario l’utilizzo di un piccolo spazio dell’edificio adibito a laboratorio, dove esercita in maniera indipendente fino al 1944, quando una bomba crea danni talmente importanti da costringerlo ad abbandonare l’attività – ripresa poi nel 1946.
Al 1937 risale la vittoria a Parigi del Gran Premio della Scultura grazie al pannello raffigurante Perseo e Medusa, che lo consacra come il più importante ceramista italiano, mentre dall’anno seguente Melandri è impegnato nelle decorazioni del Teatro Eliseo a Roma.
Nel 1966 l’artista partecipa con una grande mostra antologica alla Biennale d’Arte Ceramica di Gubbio.
Muore a Faenza il 25 ottobre 1976.
Singolare protagonista dell’arte ceramica italiana, attratto dalle possibilità creative concesse dalla sperimentazione di nuove tecniche, Melandri si specializzò nell’utilizzo di smalti e vernici, che gli consentivano di giocare con tonalità iridescenti, sua cifra stilistica peculiare. Tipica di tale produzione è la scultura raffigurante Nettuno (ceramica e pittura, Milano, Casa Necchi Campiglio), dal corpo slanciato bloccato in un atteggiamento plastico, rivestito di una patina evanescente sui toni dell’azzurro e del rame.