Il pittore Silvestro Lega nacque a Modigliana, in provincia di Forlì, l’8 dicembre 1826, e dopo gli iniziali studi compiuti presso gli Scolopi nel 1843 si trasferì a Firenze per intraprendere la carriera artistica, ospite del fratellastro Giovanni, che in cittĂ  svolgeva dignitosamente l’attivitĂ  pittorica.

Nel 1845 Lega si iscrisse all’Accademia di Belle Arti, trovandone tuttavia ben presto mortificante l’insegnamento, tanto che l’abbandonò poco dopo per entrare nello studio di Luigi Mussini, formandosi sul recupero della pittura quattrocentesca portato avanti dal movimento purista.

Convinto rivoluzionario di stampo mazziniano, allo scoppio della guerra nel 1848 il pittore si arruolò come volontario, entrando l’anno seguente, con la partenza del Mussini per Parigi, nello studio di Antonio Ciseri, che lo indirizzò ad un approccio al vero fondato su una maggiore semplicitĂ  e aderenza alla realtĂ . Le prime opere del pittore si situano tuttavia nel solco della tradizione storico-letteraria, costruite attraverso una solida plasticitĂ , contorni precisi e valori cromatici di stampo purista, come nel caso dell’IncredulitĂ  di San Tommaso (olio su tavola, 1850, Modigliana, Pinacoteca Comunale Silvestro Lega) dipinta per l’Ospedale Civile di Modigliana. Il primo successo pubblico dell’artista arrivò nel 1852, quando partecipò al concorso triennale bandito dall’Accademia con David placa con l’arpa i furori di Saul (olio su tela, 1852, Firenze, Galleria dell’Accademia), connaturata ancora da un equilibrato classicismo. Intorno alla metĂ  degli anni Cinquanta il pittore entrò in contatto col gruppo dei Macchiaioli ed iniziò a frequentare il Caffè Michelangelo, sebbene non ne condivise mai i toni irruenti e il temperamento goliardico, preferendo assecondare, anche dal punto di vista tematico, la placida concretezza della propria indole. Tuttavia il confronto con gli esuberanti e vitali colleghi causò al pittore una profonda crisi artistica, che lo portò a dubitare delle proprie capacitĂ  e lo fece allontanare dal gruppo, ritirandosi a Modigliana. Riprese le armi nel 1859 per partecipare come artigliere alla seconda guerra d’indipendenza. Quando tornò a Firenze, Lega si avvicinò con rinnovata serenitĂ  al gruppo dei macchiaioli, legandosi specialmente a Giovanni Fattori, con il quale prese a recarsi presso la localitĂ  di Piagentina per compiere degli studi en plain air. In quel torno d’anni il pittore ebbe modo di fare la conoscenza della famiglia Batelli, che in un successivo momento di difficoltĂ  economica del Nostro lo accolse nella propria abitazione, sposando poi la figlia maggiore Virginia e dando vita al periodo di piĂą fervida attivitĂ  pittorica.

A seguito della morte dell’amata moglie avvenuta nel 1870, Lega attraversò un lungo periodo di isolamento afflitto dalla tristezza, che superò solamente sul finire del decennio, tornando a dipingere e ad esporre le proprie opere nel 1880, quando l’artista conobbe Arnold Böcklin, del quale eseguì il ritratto (olio su tela, ubicazione sconosciuta), e prese parte all’Esposizione internazionale della SocietĂ  Donatello, inaugurando una nuova fase della propria evoluzione stilistica fortemente influenzata dall’impressionismo francese. Sono dell’ultimo periodo d’attivitĂ  dipinti come La lezione (olio su tela, 1881, Peschiera del Garda, Municipio) eseguito nella villa della famiglia Cecchini a San Prugnano e presentato alla rassegna della SocietĂ  Promotrice di Belle Arti di Genova, caratterizzato da una luminositĂ  tersa, intima e rassicurante.

Morì a Firenze il 21 settembre 1895. 

Condividendo la polemica antiaccademica che coinvolse il movimento macchiaiolo sia dal punto di vista formale che da quello tematico, il pittore si interessò prevalentemente alla rappresentazione di soggetti antiretorici legati alle attivitĂ  della vita quotidiana, come nel caso del dipinto Il bindolo (olio su tela, 1863, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna), esposto alla Promotrice fiorentina del 1863, che rappresenta un lavatoio nei pressi del torrente Affrico immerso in un suggestivo paesaggio campestre ravvivato da vibranti effetti di luce.

Gli anni in cui Lega si stabilì a vivere a Piagentina sono considerati dalla critica il periodo magico del pittore, la fase produttiva piĂą felice ed entusiasta in cui nacquero capolavori emblematici della poetica d’intima quotidianitĂ  del calibro di Il pergolato (olio su tela, 1868, Milano, Pinacoteca di Brera) e Il canto di uno stornello (olio su tela, 1867, Firenze, Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti), opere in cui è possibile scorgere la sintesi dei valori espressivi e formali che andavano scaturendo dalle dissertazioni del gruppo di artisti che erano soliti ritrovarsi al Caffè Michelangelo. Appartiene a tale elevata temperie macchiaiola, incentrata su una rinnovata analisi del vero, il dipinto La visita (olio su tela, 1868, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna), presentato nel 1868 all’Esposizione di Torino ed alla Promotrice fiorentina, nel quale il pittore mette a frutto l’insegnamento purista del maestro Luigi Mussini proponendo un soggetto tratto dalla vita quotidiana della piccola borghesia cittadina attraverso una rappresentazione pausata e analitica dei sentimenti, qui tradotti in una dimensione solenne.