Arbitro del gusto estetico e della vita artistica della Milano neoclassica, Giuseppe Bossi nasce a Busto Arsizio l’11 agosto 1777, e riceve la sua prima formazione presso il collegio di Merate, dove hanno modo di rivelarsi le sue doti letterarie. Dopo essere stato nominato arcade a soli quindici anni con il nome di Alcindo, il pittore venne accolto nel 1792 tra gli allievi dell’Accademia di Brera, sfruttando la possibilità di poter apprendere la pratica pittorica grazie agli insegnamenti di Traballesi e Knoller. Nel 1795 Bossi vinse una borsa di studio che gli consentì di svolgere il canonico ed imprescindibile soggiorno romano, avendo il pregio di respirare i venti di novità che si respiravano in città, ed entrando in amicizia fin da subito con Antonio Canova, Angelika Kauffman e il circolo di artisti che gravitava intorno alla famosa pittrice. Nel 1801 tornò infine a Milano in quanto era stato nominato segretario dell’Accademia di Brera, carica che svolse con passione e prodigandosi affinché le raccolte di quest’ultima venissero incrementate a vantaggio degli studenti. A tale scopo si recò personalmente a Parigi per provvedere alla raccolta di gessi, libri e incisioni per la Biblioteca, che proprio al pittore deve la sua fioritura. All’epoca della spedizione francese risale l’acquisto da parte di Bossi del Cristo morto del Mantegna, confluito successivamente alla Pinacoteca di Brera grazie alla volontà dei suoi eredi. La consacrazione artistica del pittore avvenne con l’esposizione di Brera del 1805, dove vennero esposti i dipinti L’Aurora, Lucifero e la Notte e Edipo cerca le figlie presentategli da Creonte.

Nei panni della figura istituzionale, il pittore rivestì un ruolo cardine per la salvaguardia del patrimonio artistico, facendo confluire presso la neonata Pinacoteca molti dei capolavori sottratti dalle chiese in seguito alle soppressioni degli ordini religiosi. Probabilmente proprio a causa della politica di Napoleone che era divenuta sempre più autocratica ed opprimente, nel 1807 Bossi decise di rassegnare le dimissioni, dedicandosi alla carriera di letterato erudito e pittore. Morì a Milano il 9 dicembre 1815.

 

Protagonista, insieme ad Appiani, della più alta espressione estetica e figurativa della Milano neoclassica, il pittore Giuseppe Bossi si fece apprezzare fin da subito per la capacità di coniugare le più aggiornate correnti artistiche con la tradizione classicista rinascimentale. Ciò è particolarmente evidente in un dipinto come La riconoscenza della Repubblica italiana a Napoleone (olio su tela, 1802, Milano, Accademia di Brera), con cui il pittore vinse il concorso bandito dalla Repubblica Cisalpina per celebrare la pace di Lunéville; opera caratterizzata da un’iconografia complessa e concettosa, figure disposte come a bassorilievo ma dal rilievo statuario, colori caldi e campiti.

Il pittore si dedicò con merito e successo anche al genere del ritratto, come dimostra il dipinto Napoleone appoggiato al globo del 1806, contraddistinto dal vigore squillante del manto verde. Le sue qualità grafiche, unitamente alla centralità che attribuiva al rapporto tra le arti figurative e le fonti letterarie, sono invece esemplificate dal bel disegno acquerellato di soggetto storico, trattato dalla Galleria, raffigurante Enea indossa le armi in procinto di accorrere alla vana difesa di Troia, ormai caduta, che testimonia per altro le frequentazioni del pittore col cenacolo di artisti che si riuniva presso l’Accademia de’ Pensieri.

Bossi

Giuseppe Bossi – Enea indossa le armi in procinto di accorrere alla vana difesa di Troia, ormai caduta  

Giuseppe Bossi (Busto Arsizio 1777-Milano 1815)  Enea indossa le armi in procinto di accorrere alla vana difesa di Troia, ormai caduta 1795-1800 circa  Matita, penna a inchiostro bruno, acquerello a inchiostro grigio su carta, mm 352 x 480  Al verso tracce di matita  Provenienza: Italia, collezione privata    La scena, liberamente tratta dal secondo libro…

Bossi: simposio fronte

Giuseppe Bossi – Simposio e studi di figure

Giuseppe Bossi (Busto Arsizio 1777-Milano 1815) Scena di simposio all’antica, con autoritratto al centro (recto) Studi di testa e figure giacenti durante il banchetto (verso) 1810 circa Matita e penna su carta, mm 445 × 580 Timbro a secco al centro: “BOSSI” Provenienza: Milano collezione privata   Rappresentando un simposio all’antica che richiama il celebre…