Esponente di spicco del cosiddetto Secondo Futurismo, il pittore Fortunato Alberto Lorenzo Depero nasce il 30 marzo 1892 a Fondo, ma si trasferisce ancora giovane con la famiglia a Rovereto, dove frequenta la scuola reale con indirizzo tecnico-artistico. Nel 1908 l’artista decide di abbandonare la scuola per tentare l’accesso all’Accademia di Belle Arti di Vienna, fallendo tuttavia nel suo proposito e trasferendosi quindi a Torino per svolgere l’attività di decoratore all’Esposizione Internazionale del 1910. Completati gli studi, il pittore nel 1913 si reca a Roma per vedere la mostra di Umberto Boccioni organizzata dal gallerista Giuseppe Sprovieri, entrando in contatto con il movimento futurista, e fa ritorno nella città a febbraio dell’anno seguente dove ha modo di conoscere Filippo Tommaso Marinetti ed essere coinvolto all’Esposizione Libera Futurista Internazionale.

Nel 1915 Depero e Balla redigono il Manifesto della ricostruzione futurista dell’universo che sancisce la nascita del Secondo Futurismo, una nuova visione della creazione artistica che si pone lo specifico obiettivo di creare una più stretta correlazione tra arte e realtà, in cui la prassi figurativa e quella estetica sono destinate a coinvolgere ogni aspetto del quotidiano vivere. Da queste premesse nasce la forte carica sperimentatrice e rivoluzionaria di Depero, che si espresse attraverso l’utilizzo di tecniche e materiali inconsueti – come le tarsie – e nell’attività di costumista e interior design. Da qui a qualche anno infatti si assiste alla crescente attività del pittore in ambito teatrale: dopo i primi lavori eseguiti nel 1916 per lo spettacolo teatrale di Picasso dal titolo “Parade”, per il quale progettò i costumi,  nel 1918 Depero inizia a lavorare in collaborazione con il poeta svizzero Gilbert Clavel (1883-1927) al progetto del Teatro Plastico, che ha lo scopo di usare delle marionette al posto degli attori. Con Clavel l’artista aveva compiuto l’anno precedente un soggiorno a Capri che lo spinse verso un ritorno alla figurazione, stimolato dalle forme primitive e semplificate dell’arte arcaica.

A partire dal 1919 il pittore lega la propria attività alla Casa d’Arte Futurista, un laboratorio aperto a Rovereto insieme alla moglie con filiale a New York, la Depero Futurist House, organizzata durante un soggiorno dell’artista in America nel 1928 per poter veicolare e diffondere i caratteri stilistici del Secondo Futurismo. Nel 1926 il pittore partecipa alla Prima mostra del Novecento italiano, organizzata da Margherita Serfatti con lo scopo di promuovere il movimento da lei ispirato e promosso, alla quale sono presenti i più importanti artisti del momento: Morandi, Carrà, De Chirico, Casorati. In quello stesso anno Depero è presente anche alla XV Biennale di Venezia con il dipinto Squisito al selz (olio su tela, 1925) dedicato al commendator Campari. Tra le ultime imprese dell’artista bisogna ricordare il mosaico raffigurante Le professioni e le arti, realizzato tra il 1941 e il 1942 sulla parete esterna del Palazzo delle Scienze a Roma, dedicandosi poi prevalentemente all’autopromozione e alla fondazione del museo che porta il suo nome.

Muore a Rovereto il 29 novembre 1960.

Artista dagli interessi poliedrici particolarmente propenso ad esaltare la modernità, durante la sua carriera Depero si occupò con entusiasmo di manifesti, scenografie, copertine di riviste, giocattoli e grafica pubblicitaria: celebre in tal senso fu la campagna di comunicazione per la Campari realizzata nel 1927, documentata dalla serigrafia su tela conservata presso la Collezione Campari di Milano. Il suo linguaggio formale, come dichiarato esplicitamente dal pittore, è votato all’avvenire,  tramutandosi di conseguenza in un segno veloce e sintetico che genera forme riccamente colorate.

La prima attività artistica di Depero è fortemente influenzata dal simbolismo e dalla pittura accademica, volgendosi tuttavia verso ritmi e processi creativi tipicamente futuristi, di marca sintetico-astratta, una volta entrato in contatto con l’arte di Boccioni, come testimonia l’opera Il danzatore (tempera su carta, 1915), ad ogni evidenza ispirata al forte dinamismo della prima ondata futurista.

Depero ballerino

Fortunato Depero – Danzatore

Fortunato Depero (Fondo 1892-Rovereto 1960) Danzatore 1915/50 circa tempera su carta, cm 67 x 48 firmato e datato in basso a sinistra: “Fort. Depero / Roma – 1915” Dedica autografa in basso a destra: “All’amico Giampiero Giani – / editore del gusto, dell’onestà e della / fede Artistica 3.3.951 Fortunato Depero” Timbri ed etichetta sul…