Il pittore Luigi Fioroni nacque a Roma il 6 gennaio 1793, ottenendo la propria formazione in campo artistico presso l’Accademia di San Luca, dove nel 1816 si qualificò terzo al concorso per la scuola del nudo con alcuni disegni tratti dal vero. Nel 1821 l’artista partecipò al Concorso Canova superando la prima selezione, e quindi venendo ammesso a presentare un dipinto sul tema della Continenza di Scipione, non ottenendo tuttavia il pensionamento nonostante la sua opera venne premiata con sessanta zecchini. Il “Diario di Roma” del 1829 dedicò un lungo commento al dipinto del Fioroni rappresentante Leone XII dĂ  udienza ai cattolici inglesi ed irlandesi, mentre l’anno successivo viene menzionata una Veduta con l’osteria di Santa TrinitĂ  dei Monti (olio su tela, 1830, Copenaghen, Thorvaldsen Museum). Fioroni partecipò per tre anni consecutivi alle esposizioni promosse dalla SocietĂ  degli Amatori e Cultori di Belle Arti, presentando nel 1832 una Veduta di Sorrento, toccata in sorte nell’estrazione di fine anno al Camerlengo, e ottenendo un discreto successo a quella del 1833 con due dipinti di genere, Interno di casolare d’inverno e una Giovinetta in ginocchio davanti la Madonna, lodati da Carlo Falconieri. Non molti consensi riscossero invece le decorazioni che il pittore eseguì per Alessandro Torlonia nel teatro di Tordinona (distrutto) dove pare abbia eseguito Le quattro stagioni – le fonti dell’epoca non sono concordi sul nome dell’esecutore degli affreschi. Il rapporto del Fioroni con i Torlonia risale al 1835, quando venne coinvolto nel cantiere della villa fuori Porta Pia, dove il Nostro realizzò le grottesche con animali e alcune tavolette raffiguranti delle Baccanti nella sala attigua alla camera da letto, mentre nella Sala Egizia sue sono le scene tratte dalla Vita di Cleopatra su cartoni di Francesco Coghetti.

Il pittore, sebbene ad oggi scarsamente noto, dovette tuttavia inserirsi con personalitĂ  tutt’altro che compendiaria all’interno della vita artistico-culturale capitolina, considerando che a partire dal 1836 Fioroni fu consigliere artistico della SocietĂ  dei Cultori e Amatori di Belle Arti, nel 1842 entrò a far parte della Congregazione dei Virtuosi del Pantheon e venne nominato tra gli esattori del Governo Pontificio in relazione all’esportazione di opere d’arte.

Morì a Roma nel 1864.

Pittore dalla formazione accademica ma caratterizzato da un disinvolto eclettismo – come si è visto spaziò dalla pittura di genere alla veduta ai quadri di soggetto mitologico -, negli anni maturi della propria attivitĂ  Fioroni si affacciò anche al genere allora di maggior fortuna in seno al romanticismo storico, ovvero la rappresentazione di episodi medievali appartenenti alla storia italiana. Del 1846 è la grande tela con Amedeo VI si oppone affinchĂ© non sia distrutta l’insegna della Croce Bianca (olio su tela, Torino, Palazzo Ducale) commissionatagli dalla principessa di Sardegna per celebrare il proprio casato, in cui il pittore si destreggia con sicurezza nella calibrata ed evocativa composizione, esaltata dalla straordinaria rievocazione ambientale e storica, che vuole confrontarsi col magistero hayeziano.

In merito alla produzione di carattere sacro del Nostro, possono qui citarsi le due tele a forma di lunetta richiestegli dall’arciprete della cattedrale di Velletri Luigi Landi Vittori, raffiguranti L’annunciazione e L’incoronazione della Vergine (olio su tela, 1836 ca., Velletri, Museo Capitolare), caratterizzate da una piĂą dolce e lirica poetica purista.