Pietro Dodero nacque a Genova nel 1881 e studiò all’Accademia Ligustica di Belle Arti, all’Accademia di Monaco di Baviera e poi all’Albertina di Torino, dove fu allievo di Giacomo Grosso ed entrò in contatto con un ambiente artistico e culturale ricettivo al simbolismo d’oltralpe.

Dopo le prime mostre nella natia Liguria (l’esordio fu nelle sale del teatro Carlo Felice nel 1905), espose al Salon d’Automne di Parigi nel 1909 i dipinti Cappottino rosso (giĂ  presentato alla Promotrice di Belle Arti di Genova due anni prima) e il Ritratto della marchesina Ferrero de Gubernatis. Per la sua prima partecipazione all’Esposizione Internazionale d’Arte della CittĂ  di Venezia, nel 1912, presentò il quadro L’eterno cammino, e vi sarebbe poi tornato nell’edizione successiva e in quelle del 1920, 1924, 1928 e 1934, a dimostrazione del notevole interesse riscosso dalla sua opera. Nel 1924, in particolare, presentò l’olio su tela Terrazzo sul mare dipinto l’anno prima (ora alla Galleria d’arte moderna di Genova) che offriva una «visione intonata e sicura» e una «tecnica di composizione all’aperto convincente ed espressiva» che gli valse la lode di «pittore equilibrato e sincero» (Catalogo della XIV Esposizione d’Arte a Venezia, p. 34).

Nel 1913 fu eletto accademico di merito dell’Accademia ligustica e nello stesso periodo entrò in contatto con Adolfo De Carolis, con il quale studiò a Bologna affresco e xilografia.

L’attivitĂ  di xilografo e illustratore è documentata dalla collaborazione con la rivista «L’Eroica» nel periodo 1912-1915, dalle illustrazioni per il volume Il San Giorgio dei Genovesi  di Orlando Grosso (1914) e da quelle per il Decamerone dell’edizione genovese Formiggini del 1915. Sue xilografie furono esposte alla mostra nazionale dell’incisione di Milano nel 1915 e alla mostra di xilografia di Londra dell’anno successivo.

Nel 1915 realizzò anche il cartoncino d’invito alla cerimonia inaugurale del monumento ai Mille nella città di Genova, di spiccato stile floreale. Sinuosità simboliste riecheggiano anche nelle opere ad olio del periodo, come Filtro d’amore del 1914.

La produzione decorativa è assai vasta. Dopo aver collaborato agli affreschi per il palazzo del Podestà di Bologna, cominciati nel 1911 e terminati dopo la scomparsa di De Carolis nel 1928, lavorò in diverse chiese e cappelle liguri. Per l’ospedale pediatrico Gaslini di Genova, oltre alle decorazioni ad affresco della cappella, eseguì il mosaico esterno. Avrebbe poi adottato la tecnica musiva anche in altre occasioni, tra cui le decorazioni del mausoleo Materazzo a San Paolo del Brasile, del palazzo del foro Italico a Roma, del monumento Denegri e della cappella dei combattenti nel cimitero di Staglieno.

Dopo aver partecipato al primo conflitto mondiale, perfezionò ulteriormente gli studi a Londra e, tornato a Genova, venne nominato direttore onorario delle Gallerie di palazzo Rosso e palazzo Bianco.

Nel 1925 partecipò all’Exposition internationale des arts décoratifs et industriels modernes di Parigi esponendo piatti e oggetti in ceramica decorata nella saletta ligure per cui aveva disegnato la sovrapporta e una panca, eseguite da altri. La recensione di Ugo Nebbia su «Emporium» commentava le sue ceramiche come la spigliata e moderna interpretazione di forme antiche.

Artista poliedrico e capace di padroneggiare le tecniche più diverse, Dodero si occupò anche del restauro della chiesa di don Orione a Genova e del progetto della chiesa della Castagnola a Busalla (Genova).

Tra le sue opere vanno poi ricordate la pala d’altare per la famiglia De Ferrari nella chiesa di S. Giacomo in Carignano a Genova (oggi distrutta), una serie di ritratti di alti prelati e il Ritratto di padre santo, commissionatogli dai frati Cappuccini di La Spezia e donato al pontefice Pio XI nell’aprile 1931.

I suoi dipinti La cuoca, Le sorelle e Testa di pescatore vennero esposti alla Mostra Regionale d’Arte Ligure del 1929, mentre Sinfonia grigia e Portofino sarebbero stati presentati l’anno seguente alla Mostra degli Amatori e Cultori di Roma.

L’irreperibilità di alcuni cataloghi dell’epoca non consente di verificare con certezza la totalità delle mostre cui prese parte, ma certamente espose alla IV Quadriennale di Roma del 1943 il dipinto Rita, come molte sue opere caratterizzato da cromie intense e di grande effetto, e tornò a partecipare alla quinta e all’ottava edizione della rassegna romana, rispettivamente nella primavera del 1948 e nell’inverno 1959-1960.

Nell’anno della sua morte, avvenuta a Genova nel 1967, venne allestita a Torino presso la galleria Fogliato una retrospettiva in cui furono presentate sessanta sue opere (in prevalenza paesaggi e nature morte) che sarebbe poi stata replicata con poche varianti dalla galleria De Pasquali di Genova due anni più tardi.

Pietro Dodero – Meriggio

Pietro Dodero Genova 1881 – 1967 Meriggio • 1930 ca. Tempera su tavola, cm 50,5 Ă— 154 Intitolato al retro: “Meriggio”   Bibliografia di riferimento: Chiara Masi, “Gelo di un corpo, donde balza la fiamma di un’anima”. Pietro Dodero e il Sacrario dei Caduti del Cimitero Monumentale di Staglieno in Giorgio Rossini (a c. di),…

Pietro Dodero – L’alba

Pietro Dodero Genova 1881 – 1967 L’alba • 1930 ca. Tempera su tavola, cm 47 Ă— 162,5 Intitolato e firmato al retro: “L’alba/ Pietro Dodero” Bibliografia di riferimento: Chiara Masi, “Gelo di un corpo, donde balza la fiamma di un’anima”. Pietro Dodero e il Sacrario dei Caduti del Cimitero Monumentale di Staglieno in Giorgio Rossini…