Il pittore Giovanni Catena nacque a Spoleto il 18 dicembre 1794, e ricevette la propria formazione artistica nella sua città natale, entrando in un primo momento nella bottega dei decoratori Giuseppe e Casimiro Pentozzi per poi proseguire gli studi presso la Scuola di Belle Arti fondata da Luigi Landini. Il ritratto del lungimirante sacerdote è ad oggi la prima opera nota del pittore, conservata presso la Pinacoteca Comunale di Spoleto. Grazie all’interessamento di Pietro Fontana, notabile spoletino, Catena poté trasferirsi a Roma nel 1823, dove, dopo l’iniziale frequentazione con l’incisore Andrea Tofanelli, si iscrisse ai corsi dell’Accademia di San Luca studiando con Tommaso Minardi e Andrea Pozzi. L’esperienza capitolina fu fondamentale per il pittore, che oltre a perfezionare le abilità nel disegno anatomico, venne indirizzato verso un linguaggio figurativo accademicamente purista. Nel 1823 Catena vinse il secondo premio nella classe del disegno dal nudo, mentre l’anno successivo si aggiudicò il primo premio della classe di pittura, iniziando nel frattempo a svolgere i primi lavori per la committenza spoletina. Nel 1828 il pittore termina la pala d’altare con I santi Crispino e Crispiniano licenziata per la Società dei Calzolai nella chiesa di San Gregorio Maggiore, oggi dispersa. Col rientro a Spoleto nel 1831 a Catena venne affidata la direzione della Scuola di disegno, dando poi avvio ad un’intensa attività sul territorio umbro.

Nel 1841 al pittore viene chiesto di occuparsi degli apparati effimeri in occasione della visita a Spoleto di Gregorio XVI, che Catena stesso immortalò in un acquerello. A partire dal 1843 ebbero inizio gli interventi del Catena nella chiesa di San Gregorio, per la quale realizzò la statua di cartapesta di Sant’Abbondanza, nello stesso torno di tempo in cui venne nominato accademico di merito dell’Accademia di Perugia.

Morì a Spoleto il 10 dicembre 1877.

Personalità di spicco dell’arte umbra del XIX secolo, la vicenda artistica di Catena fu principalmente rivolta alla produzione di pale d’altare per Spoleto e i territori limitrofi. Tra i primi esempi della sua poetica può citarsi la Madonna col Bambino e sant’Antonio da Padova (olio su tela, 1835 ca., Spoleto, Pinacoteca Comunale), dove risulta già manifesta l’adesione del pittore ai canoni puristi, riscontrabili nella semplicità dell’impianto compositivo e nel lirismo tenero dei gesti.