Nata a Leeds il 10 marzo 1881, la pittrice Jessie Boswell studia inizialmente musica con il pianista Cyril Scott, diplomandosi nel 1901. Nel 1906 l’artista si trasferisce in Italia, stabilendosi a partire dal 1913 a Torino dove entra in contatto con casa Gualino, ambiente colto che con ogni probabilità la stimolò nello sperimentare la pittura, divenendo dama di compagnia della signora Cesarina. Accostatasi alle tendenze artistiche innovative che vedevano in Felice Casorati un maestro da seguire, la pittrice nel 1923 inizia ad esporre alle Promotrici di Torino dipinti dal complesso impianto prospettico.

Nel 1924 la pittrice partecipa come “artista straniera” alla Biennale di Venezia per poi entrare a far parte del gruppo torinese dei “Sei pittori”, con cui espone in numerose occasioni dal 1928 al 1930.

Ottenuta la cittadinanza italiana nel 1936, la Boswell continua a lavorare in tranquillità e solitudine fino al 1941, quando con l’occupazione tedesca si verifica il brusco arresto dell’intera attività culturale della città. Dopo la personale allestita nel 1944 presso la Galleria Garlanda di Biella, la salute della pittrice inizia a declinare impedendogli progressivamente di dipingere, fino al ricovero presso la casa di riposo delle Figlie di Sant’Eusebio a Moncrivello (Vercelli), dove muore il 22 settembre 1956.

Accostatasi inizialmente alle poetiche casoratiane composte da spazi condensati in attimi di sospensione metafisica, come documenta il dipinto Le tre finestre (olio su tela applicata su cartone, 1924, Torino, Galleria d’Arte Moderna), in un secondo momento la pittrice venne attratta dalle tendenze post-impressioniste di matrice francese, ispirata principalmente da Matisse, pur continuando a dedicarsi alla rappresentazione di interni d’intima familiarità, vasi con fiori e ritratti, caratterizzati da un vivace uso del colore steso per macchie ed evocativi contrasti tra luci e ombre che dissolvono le forme (Donna che cuce, olio su tela, 1928, Biella, collezione Boggio).