Eugenio Agneni nasce a Sutri, nei pressi di Viterbo, il 26 gennaio 1816 (e non 1819 come a volte viene riportato erroneamente). A partire dal 1831 si trasferì a Roma per studiare con il pittore Francesco Coghetti, per poi intraprendere una fortunata carriera come frescante e decoratore. Purtroppo di alcune sue opere oggi non rimane più traccia, come quelle realizzate a Villa Torlonia, nella chiesa di Trinità dei Monti e a Palazzo Madama.

Convinto e tenace patriota, Agneni prese parte a numerose campagne per la liberazione dell’Italia: nel 1848 come capitano fece parte della Guardia Civica romana, mentre nel 1849 prese parte alla battaglia di Velletri per l’esercito della Repubblica romana, meritando un elogio da parte dello stesso Garibaldi.

Con la restaurazione del potere pontificio, il pittore fu costretto ad un lungo periodo di peregrinazione: prima a Savona, poi a Genova, dove affrescò Palazzo Rocca; continuò alla volta di Firenze, Parigi e in ultimo a Londra, dove decorò alcune sale di Buckingham Palace e una sala del Convent Garden Opera House con alcune scene mitologiche. Fece ritorno in Italia nel 1859 e nel 1866 per unirsi ai Garibaldini, fino al suo definitivo stabilirsi a Roma nel 1871. Morì a Frascati nel 1879.

Divenuto famoso per la freschezza e il vigore delle sue produzioni ad affresco, tra le prime opere pubbliche di Agneni vanno ricordati gli affreschi per la sala del trono del Quirinale su incarico di papa Pio IX (1847). Rispetto all’arte del maestro bergamasco, l’esperienza estetica dell’Agneni si fa tendenzialmente più festosa e monumentale, caratterizzata da figure femminili levigate e sensuali. Le qualità coloristiche del pittore vengono invece esaltate nel dipinto rappresentante Le ombre dei grandi uomini fiorentini che protestano contro il dominio straniero (1857, Torino, Galleria d’Arte Moderna), magistralmente condotto su giochi di controluce che trasportano l’episodio in una dimensione onirica. L’opera venne per altro esposta al Salon di Parigi del 1857 con il titolo Réve d’un exilé, quasi fosse un manifesto ideologico della forte adesione da parte del pittore al movimento risorgimentale.