Il pittore Pierre Paul Prud’hon nacque a Cluny il 4 aprile 1758 e grazie alla raccomandazione del vescovo di Micon poté trasferirsi a Digione dove frequentò i corsi accademici sotto la guida di François Desvoges. Nel 1778 l’artista fece ritorno a Cluny per sposare Jeanne Paugnet, ma il matrimonio si rivelò ben presto infelice e quindi il pittore, grazie ai finanziamenti concessigli dal barone Joursanvault, decise di spostarsi a Parigi, dove entrò nello studio di Jean-Baptiste Pierre, allora il primo pittore del re.

Nel 1784 il Nostro vinse il Prix de Rome messo in palio dall’Accademia Borgogna che gli consentì di trasferirsi quattro anni a Roma per studiare la statuaria classica, circostanza che gli permise di sviluppare quel senso grazioso, neoellenico, tipico della sua produzione matura. Tornato a Parigi nel 1789, Prud’hon passò in povertà gli anni dei turbamenti politici successivi alla rivoluzione, per poi ottenere i primi successi a partire dal Salon del 1793, in cui presentò opere dal soggetto erotico o allegorie dalle tematiche graziose e seducenti, come L’unione tra Amore e Amicizia (olio su tela, Minneapolis Institut of Art). Con la caduta di Robespierre il pittore decise di ritirarsi in una cittadina della Franca Contea, dedicandosi prevalentemente al ritratto e realizzando illustrazioni per l’editore Didot. L’istituzione del Direttorio nel 1795 spinse Prud’hon a rientrare a Parigi, dove venne accolto all’interno della cerchia di David, a cui seguirono importanti commissioni, come i dipinti di soggetto mitologico per le pareti di una camera dell’Hôtel de Lanois.

Divenuto pittore di corte grazie all’amicizia con Nicolas Frochot, prefetto del dipartimento della Senna, l’artista attese a numerosi lavori per la famiglia imperiale, realizzando ritratti (come quello dell’imperatrice Giuseppina del 1805, oggi al Louvre), apparati per feste e progetti per medaglie e mobili.

Al 1809 risale la commissione da parte di Napoleone del dipinto raffigurante L’Innocenza sedotta da Amore (olio su tela, Ottawa, National Gallery of Canada) destinato alla moglie dell’imperatore, Giuseppina, che tuttavia rimase incompiuto a causa del divorzio tra i due.

Morì a Parigi il 14 febbraio 1823.

Profondamente influenzato dalla grazia della statuaria ellenistica, il pittore giunse a coniare uno stile altamente personale e riconoscibile caratterizzato da figure femminili sinuose e seducenti e uno sfumato ermetico d’ascendenza leonardesca, apprezzabile in dipinti come Venere e Adone (olio su tela, 1812, Londra, Wallace Collection), dipinto per l’imperatrice Maria Luisa, in cui traspare anche la profonda rilettura dell’opera del Correggio.

Prolifico e apprezzato ritrattista, Prud’hon riuscì ad infondere agli effigiati un’aurea di preromantico senso d’inquietudine e di introspezione psicologica, che si possono cogliere nel Ritratto di David Johnston (olio su tela, 1808, Washington, National Gallery of Art) come in quello del generale russo Osterman Tolstoj (olio su tela, 1810, San Pietroburgo, Hermitage).