L’architetto e incisore Giuseppe Barberi nasce a Roma il 14 gennaio 1746, e si afferma al Concorso Clementino del 1762 vincendo il terzo premio con un progetto avente per tema la ricostruzione della basilica di Massenzio. Al 1774 risale il suo primo successo, quando vinse un concorso per la realizzazione di addobbi e decorazioni in occasione delle esequie di Luigi XV, che gli consentì per altro di guadagnarsi la protezione dell’ambasciatore di Francia il cardinale Francesco de Bernis.

Sebbene non ci siano rimaste opere architettoniche del Barberi, la critica presume che l’artista non possa essere stato ammesso tra gli accademici di merito della San Luca (1785) solamente in virtù dei suoi progetti. Di questi ultimi ne restano a testimonianza numerosi fogli, come quelli per la facciata della chiesa dei Santi Apostoli e di Palazzo Braschi, entrambi databili al 1787. Intorno al 1770 l’artista aveva sposato tale Isabella Breccialdi, che fece poi rinchiudere presso il monastero delle Viperesche nel 1793, evento testimoniato in un disegno dallo stesso Barberi. Convinto rivoluzionario e fervente giacobino, l’artista si era recato già nel 1797 a Milano per andare incontro a Napoleone. Con l’avvento della Repubblica romana dell’anno successivo, l’architetto, che nel mentre era stato nominato “edile”, prese parte con trasporto alla realizzazione degli apparati effimeri in occasione delle feste giacobine. Una connivenza che gli costerà successivamente l’esilio a Parigi. Morì a Roma l’8 dicembre 1809.

Apice della carriera del brillante architetto rimane la decorazione commissionatagli da Emilio Altieri in occasione delle nozze del figlio Paluzzo con Marianna, figlia di Saverio di Sassonia (1793). Nei nuovi appartamenti del palazzo romano, l’artista dispiegò tutta la sua raffinatezza inventiva attraverso architetture d’interni di equilibrata compostezza neoclassica.

La Galleria  ha proposto due capricci architettonici che dimostrano le aspirazioni figurative dell’artista, in un registro che si articola tra la grandiosità prospettica di Piranesi e l’esuberanza disegnativa di Carlo Marchionni: trattasi di disegni acquerellati rappresentanti uno un Sito di trionfo con archi rovinati, l’altro il Sepolcro di Tolomeo.

Barberi: Tolomeo

Giuseppe Barberi – Sepolcro di Tolomeo

  Giuseppe Barberi (Roma 1746-1809) Sepolcro di Tolomeo 1780-1790 circa Tracce di matita, penna e acquerello a inchiostro grigio e bruno su carta bianca, riquadrato su carta azzurra, mm 280 x 403 Intitolato a penna, in basso a sinistra: “Sepolcro di Tolomeo”; numerato in alto a destra: “22” Prolifico disegnatore, Barberi è stato definito “uno…