Johann Friedrich August Tischbein - Ritratto di bambina con una bambola

Johann Friedrich August Tischbein - Ritratto di bambina con una bambolaJohann Friedrich August Tischbein
(Maastricht 1750 – Heidelberg 1812)

Ritratto di bambina con una bambola

Inchiostro bruno acquarellato e biacca su carta preparata grigia, mm. 401 x 321

Bibliografia: Rafael Valls Gallery 2001, n. 32.

Qualche decennio dopo a Dresda Philipp Otto Runge dipingerĂ  i suoi bambini immersi in un’atmosfera marcatamente simbolica il cui misticismo espressivo è lontano dalla “Lebesalter Thematik” di J. F. A. Tischbein. In questo studio per l’olio esposto a Londra alla “Rafael Valls Gallery”, la natura sentimentale e poetica della bambina – piccolo erote o genietto classico – possiede la cifra dell’attualizzazione del mito rimeditando il modello raffaellesco dellaMadonna della seggiola di Pitti. Il tema dell’infanzia proprio della letteratura romantica costituisce un leit motiv della produzione di Johann Friedrich August ritrattista nipote e allievo del piĂą noto Johann Heinrich Tischbein (Vollmer 1939, pp 207-209 e Franke 1993). La scelta compositiva si ritrova anche nella produzione piĂą tarda dello zio Johann Heinrich come in altri pittori contemporanei fra cui Anton Raphael Mengs (1777) che per la Galleria di Dresda aveva dipinto l’Amore che appunta un dardo fortunata riflessione sui putti raffaelleschi, artista quest’ultimo che Tischbein conobbe a Roma.
Il soggetto, probabilmente la piccola Charlotte H. F. Müller figlia di Johann Gotthard Müller cui Tischbein dedicherà nel 1783 il dipinto detto La tendre mère provandosi come Elisabeth Vigée Le Brun (1789) nel ritrarre il rapporto affettivo fra madre e figlia, può a buon diritto rientrare in quello che Friedrich Johann Lorenz Meyer presentando l’esposizione di Amburgo del 1816 (Meyer 1816, p. 350), indicò come un genere a sé stante. Lo studio del sentimento e dei suoi mutevoli registri espressivi ricondotti al genere del ritratto ideale, conservando l’immediatezza naturale di cui parla Meyer, si combinano in un ritratto ideale costruito sul doppio registro del mito e della natura. L’equilibrio che dà forma al contenuto sentimentale ricorda i più tardi ritratti dipinti dallo zio Johann Heinrich: la piccola Angelica Tischbein del 1810 circa (Oldenburg, Landesmueum) o ancora Cornelia Wilhelmine Amsink con una bambola della Kunsthalle di Amburgo.

Serenella Rolfi

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