Giovanni Ciliberti - Busto di Bruno Mussolini

Giovanni Ciliberti - Busto di Bruno Mussolini

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Giovanni Ciliberti
(Ruvo di Puglia 1897- ?)

Busto di Bruno Mussolini

1941

Marmo, cm 56,5 x 37 x 26

Firmato: G.Ciliberti, 5 novembre 1941, anno XX.Piedistallo ligneo cruciforme intagliato, scolpito e inciso, m.120x69x62. Iscrizione incisa sul piedistallo in legno, firmata Aurelio Caproni, A Bernito Mussolini che la notte del Diana trasfigurò in albore. “E io vi ho detto di amarvi gli uni gli altri come vi ho amato io”
Il 7 agosto del 1941, durante un volo di collaudo nei cieli di Pisa, il terzogenito di Mussolini, il ventitreenne Bruno, aviatore giovane ma esperto (“trasvolatore dell’Atlantico e combattente di tre guerre”, come venne definito), morì precipitando con il suo aereo.

Tra lo stupore dei familiari e degli stretti collaboratori, Mussolini pubblicò tre mesi dopoParlo con Bruno, dove la prosa secca e gli argomenti trattati – stringati elementi biografici, riflessioni sulla morte – mostrano tutta la controllata emozione e la stanchezza di quei difficili giorni di lutto e di guerra. Ma la volontĂ  – e spesso la capacitĂ  – del Duce di risorgere da se stesso nei momenti piĂą difficili era ben nota ai suoi amici e ammiratori, e a questo fa forse riferimento la dedica del busto di Bruno, offerto a Mussolini da Aurelio Caproni, proprietario dell’omonima industria aeronautica, probabilmente in occasione delle celebrazioni per il trigesimo, nel novembre 1941.

Vent’anni prima, il 23 marzo 1921, giorno dell’anniversario della fondazione dei Fasci, in una Milano agitata da azioni terroristiche di matrice anarchica, una bomba esplosa al Teatro Diana aveva ucciso una ventina di persone, ferendone numerose altre. Mussolini definì il fatto “diabolico delirio che non può restare impunito”; tre giorni dopo, durante i funerali delle vittime, gli squadristi in camicia nera sfilarono per la prima volta pubblicamente in formazione militare (in Milza 2000, pp.308-309); dalla morte quindi, “l’albore” e la rinascita.

Ancora, la citazione neotestamentaria “e io vi ho detto di amarvi gli uni gli altri come vi ho amato io. Nessuno ha amore più grande di colui che sacrifica la propria vita per i suoi amici” (Giovanni, 15, 13), sembra voler sancire in una morte di sacrificio la grandezza dell’individuo, con Bruno appena velatamente assimilato ad eroe della cristianità.
Se infatti le prime pagine dei giornali, all’indomani dell’incidente, erano intitolate alla “gloriosa morte”, alla vita esemplare “di attivitĂ , di coraggio e di fede” dell’ “eroe scomparso” (“Corriere della Sera”, 8 agosto 1941), Mussolini stesso, nel “congedo” definitivo dal figlio morto, scriveva: “una sola goccia del sangue che sgorgò dalle tue tempie […] vale piĂą di tutte le mie opere presenti passate future. PoichĂ© solo il sacrificio del sangue è grande” (Mussolini 1941, p.269).

La morte del giovanissimo “figlio del condottiero”, che commosse effettivamente l’opinione pubblica italiana e straniera, determinò allora una serie di iniziative e di opere commemorative soprattutto, e non casualmente, in scultura (ma Bruno era già in vita soggetto amato dagli artisti del regime, si veda il gruppo dedicato a lui e al fratello Vittorio nel 1938 da Vincenzo Jerace, già Ministero dell’Areonautica; Riccoboni 1942, p.469, bozzetto in gesso Roma, coll. priv.): dal bronzo di Aurelio De Felice e dalla figura monumentale di Arturo Dazzi (Matthiae 1979, p.136), allora acquistati da un’istituzione prestigiosa come la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, ai tanti omaggi anonimi, tuttora conservati in collezioni private.
Un bassorilievo in gesso in Accademia di San Luca, del quale però non si conosce la provenienza, testimonia forse il giovanile apprendistato romano di Ciliberti, mentre il suo nome compare talvolta nei cataloghi di mostre capitoline dagli anni’30 agli anni 50 (Roma 1938, p.51; Roma 1951, p.213). Qui il gusto per una materia densa, ben delineata, quasi “gonfia”, per uno stile semplificato e nitido, riportano comunque, idealmente e formalmente, all’ambiente novecentista.

Anna Villari

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