Eliseo Sala - Psiche risvegliata da Amore, 1840

Eliseo Sala - Psiche risvegliata da Amore, 1840Eliseo Sala
Milano 1813 – 1879

Psiche risvegliata da Amore, 1840

Olio su tavola, cm 34,7 x 24,6

Firmato sul retro della tavola: “Sala”

La favola di Amore e Psichetratta dall’Asino d’oro di Apuleio fu un tema frequentemente illustrato dalle arti figurative di orientamento classicista a partire dalla fine del Settecento fino a tutta la prima metà dell’Ottocento, soprattutto in ambiente romano.
Per le attitudini delle due figure – l’abbraccio con cui Amore cinge la fanciulla, la torsione dei busti e delle braccia, finanche l’incontro dei due volti – la tavoletta di Eliseo Sala, abbozzata verosimilmente nel 1840 durante il soggiorno romano del pittore, ha un indubitabile modello di riferimento nel celeberrimo gruppo canoviano dell’Amore e Psiche che si abbracciano.

Al mito di Amore e Psiche – i cui diversi momenti, o più semplicemente le figure isolate dei due amanti, avevano avuto intanto a Roma in età di Restaurazione un’ampia illustrazione nelle opere di Bertel Thorvaldsen, Pietro Tenerani, Luigi Bienaimé – nel 1838 veniva dedicata un’intera stanza al secondo piano del demolito palazzo Torlonia di piazza Venezia a Roma.Affidata al bergamasco Francesco Coghetti, ultimata entro il 1839, inserita in una fastosa intelaiatura a stucco eseguita da Vincenzo Gajassi (Mazzocca 1992, pp. 105 – 122), alla decorazione va con ogni probabilità riferita l’esecuzione di questo bozzetto di Eliseo Sala.

In effetti il pittore milanese, giunto a Roma nel 1840 per un soggiorno di studi, si strinse in amicizia proprio con Francesco Coghetti – allora professore di pittura della prestigiosa Accademia di San Luca – frequentandone lo studio e studiandone forse gli ultimi lavori in via di completamento di palazzo Torlonia (Mazzocca 2001, pp. 25 – 26).
Qui peraltro don Alessandro, nell’intento di rinnovare i fasti di quella stagione che nel palazzo aveva visto gli interventi decorativi di Landi, Palagi e Camuccini, veniva impiegando una schiera di artisti che avrebbero dato vita ad una serie di decorazioni di carattere mitologico e ad un rinnovato clima classico-letterario nei cui presidi si iscrivono anche il registro e l’ispirazione di questa tavola di Eliseo Sala che, rientrato a Milano, sarebbe poi divenuto uno dei maggiori protagonisti della ritrattistica lombarda.

Bibliografia: F. Leone, scheda in Leone 2004, pp. 47 – 48. 29

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