Ferruccio Ferrazzi, Orizia agli specchi

Ferruccio Ferrazzi, uno dei maestri più complessi e longevi della prima metà del ‘900, è argomento
della mostra “FERRUCCIO FERRAZZI – Opere scelta da una collezione”, a Milano dal 16
ottobre al 15 novembre 2012 e a Roma dal 20 novembre al 22 dicembre 2012.

Per la prima volta sono presentati venti dipinti di Ferrazzi scelti dalla raccolta di uno dei
suoi maggiori collezionisti, un uomo d’affari milanese, che amava raccogliere opere dell’ottocento,
ma che rimase colpito dall’incontro con l’artista avvenuto poco dopo la fne della Grande Guerra,
avviando così un fertile rapporto intellettuale e un profondo legame d’amicizia,
proseguito fno agli anni cinquanta.

Animato da una natura speculativa, teso a cogliere lo spirito della contemporaneità e della storia
a lui coeva, attraverso studi orientati in direzioni molteplici, Ferrazzi parte sempre
dall’osservazione del proprio mondo affettivo e quotidiano. Assorto nella continua sperimentazione
di tecniche, attraverso un’osservazione diretta dai maestri dell’antichità, dalla pittura pompeiana
a Giotto, da Piero della Francesca a Seurat, cerca di mettere ordine, di seguire il flo della
rifessione attraverso lo “specchio” concettuale dei suoi “Diari” e dei suoi “Quaderni della
tecnica”.
Le sue complesse iconografe, frutto di una tecnica atta ad esprimere una determinata situazione
psicologica, sono trasfgurate da elementi ermetico- flosofci, come dimostrano alcuni dei dipinti in
mostra.
In Horitia agli specchi (1925) la fgura iconica della moglie è racchiusa in una sorta di “mondo
prismatico”, che permette una visione simultanea della realtà, ma anche di risalire le fonti della
tradizione artistica: dalle ricerche cubiste al Narciso di Caravaggio. Invece La tempesta (1931)
costituisce una chiave esoterica e visionaria per penetrare il senso ultimo della storia e il suo
travaglio. I soggetti iconografci di questi due dipinti, come anche dei quadri Il balletto (1919),
La nuda ( frammento della Vita Gaia,1922), sono alla base del mondo poetico e mitico di Ferrazzi,
per cui vengono ripresi nel tempo fno a tessere un’unica opera ideale, una lucida “visione
prismatica” del lavoro dell’autore, ma anche del destino di un’epoca.

Curato da Francesca Romana Morelli, con la collaborazione dell’Archivio
Ferrazzi (Roma), il catalogo contiene un saggio e le schede volte a
ricostruire l’articolata storia dei singoli dipinti.