Giuseppe Cellini-Dal paesaggio naturale al simbolico

Giuseppe Cellini (1855-1940) tra Nino Costa e D’Annunzio

Dal paesaggio naturale al simbolico  

a cura di Federico De Melis

9 maggio – 14 giugno 2013

La Galleria Carlo Virgilio ha il piacere di presentare la prima di una serie di tre mostre dedicate all’opera del pittore romano Giuseppe Cellini, figura centrale di artista e letterato nella Roma di fine Ottocento, personale interprete in figura della poetica dannunziana, membro della Scuola Etrusca fondata da Nino Costa e poi lui stesso animatore e fondatore delle associazioni artistiche In  Arte Libertas (1886) e I XXV della Campagna Romana (1904).

Due rassegne, ora in preparazione, tratteranno in seguito di altrettanti aspetti della produzione artistica di Cellini: la decorazione e l’illustrazione editoriale, dalla “Cronaca Bizantina” alla duratura collaborazione con l’amico Gabriele D’Annunzio (di cui ricorre quest’anno il centocinquantesimo della nascita), e l’opera del pittore murale, attraverso bozzetti, modelli e cartoni a partire dalla celebre decorazione della galleria di Palazzo Sciarra, dedicata alle virtù tradizionali della donna espresse sia nel registro allegorico che nella rappresentazione della vita quotidiana.

Mentre la prima mostra, inaugurale della serie, tratterà il tema del paesaggio, presentando un inedito corpus di circa quaranta studi realizzati da Cellini durante il soggiorno portoghese, compiuto tra il 1889 e il 1892, dopo un concorso internazionale, per esercitare l’insegnamento artistico a Lisbona e Oporto. Si tratta in gran parte di rapidi studi a olio su carta, riportati su tavola, realizzati dal vero en plein air e rappresentanti effetti atmosferici e marini, oppure motivi di paesaggio. Queste opere, insieme ad alcuni raffinati studi preparatori per dipinti di maggiori dimensioni documentati dalle fonti, testimoniano il processo esecutivo dell’artista, che partendo dalla rappresentazione del vero secondo la tradizione costiana, centrale anche per l’esperienza macchiaiola, giungeva nelle opere finali a una rarefazione figurativa di espressione ormai simbolista.

Accanto a questo nucleo di opere saranno presentati altri dipinti di paesaggio italiano e due famosi quadri “immaginifici”, che potrebbero essere di commento a certe fantasie sensualistiche di Andrea Sperelli, e insieme richiamano la radice preraffaellita e l’interesse boekliniano dell’artista, più volte pubblicati come rappresentativi dell sua opera, ovvero Fantasia, esposto alla mostra degli Amatori e Cultori del 1889 e Ninfa, presentato nel 1893 alla mostra di In Arte Libertas.

Il catalogo, a disposizione in galleria, sarà curato da Federico De Melis, storico dell’arte, scrittore e giornalista, direttore di “Alias”, supplemento culturale del “Manifesto”.